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Ritorno al passato

COSENZA È un universo scomparso quello delineato dal libro “Il mondo rurale di una volta” (Edizioni orizzonti meridionali). L’autore, Emilio Osso, si muove in una Calabria caratterizzata dallo spop…

Pubblicato il: 24/04/2015 – 9:11
Ritorno al passato

COSENZA È un universo scomparso quello delineato dal libro “Il mondo rurale di una volta” (Edizioni orizzonti meridionali). L’autore, Emilio Osso, si muove in una Calabria caratterizzata dallo spopolamento delle campagne, dal dissesto idrogeologico e dall’ erosione del suolo, dal degrado delle strade e dei “simboli” della vita rupestre (mulini ad acqua, vecchi frantoi, palmenti e torri di avvistamento plurisecolari e bellezze paesaggistiche) costantemente «minacciati».
La disamina – che si concentra soprattutto sul tratto del Tirreno cosentino – non è sterile, priva di conseguenza: le pagine hanno infatti carattere di denuncia, quasi che si intravedesse nel ritorno di quanto si sta distruggendo, l’unica via d’uscita dall’attuale impasse. 
Un quadro forse a tinte fosche, ma riconducibile a un mondo, quello rurale, che «nonostante tutto – avverte l’autore – non vuole scomparire e che, forse, la grave crisi economica che attraversa il Paese, potrà far riscoprire».
«Un mondo – prosegue Osso – che solo alcuni decenni fa era certamente più vivibile e sostenibile di quello attuale e più rispettoso del territorio; basti dire con che cura si provvedeva al recupero delle acque superficiali e profonde, al minor spreco di acqua, alla conservazione di fossi e canali, alla conservazione dei fabbricati rurali, dei grandi alberi secolari, delle colture autoctone, delle vie pubbliche, al ridotto utilizzo della chimica per le colture».

Il progresso, insomma, sembra voler dire l’autore, non sempre coincide con le buone pratiche anzi, spesso, unito alla negligenza, apporta seri danni al territorio. Nel volume sono contenuti venti racconti, che fungono da «invito all’azione concreta per salvaguardare e conservare il mondo rurale con i suoi valori quali la collaborazione fattiva e concreta, la condivisione, la partecipazione, la solidarietà, la genuinità, la semplicità, ma anche con le sue tradizioni, la sua storia, la sua cultura, la sua gastronomia e i suoi paesaggi», afferma ancora Osso.
Auspicato è anche l’avvio di iniziative finalizzate alla tutela delle parole e degli antichi linguaggi dialettali, «memoria di grandi civiltà che hanno colonizzato il suolo calabrese». Il “glossario delle parole di una volta”, inserito nel libro, va in questa direzione.
La prefazione del volume è curata dal professore Renato de Bartolo, già docente di italiano al liceo Scientifico statale di Amantea, che tra l’altro evidenzia come il mondo rurale sia stato «fonte di valori irragionevolmente sottovalutati e abbandonati, per un malinteso concetto di progresso, e di cui al contrario proprio la civiltà attuale ha estremo bisogno».

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