CROTONE «La vicenda dell’aeroporto Sant’Anna rischia di risolversi in un nuova delusione per Crotone e i territori limitrofi» e, per questo motivo, la «Chiesa del Crotonese, che riconosce nel diritto alla mobilità uno dei cardini dello sviluppo sociale, economico e spirituale» sollecita la comunità a un maggiore impegno da sostanziare in «forme di azionariato popolare, al quale la Chiesa di Crotone assicurerà anche il proprio impegno di partecipazione». È quanto si legge in un comunicato dell’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina. «Le strutture aeroportuali – è scritto nella nota – sono apparati complessi che richiedono organizzazione ma anche supporto da parte di tutte le realtà, aziendali e no, che si rendono conto dell’importanza socio-economica del loro mantenimento in vita. Il deficit infrastrutturale del territorio crotonese e di tutta la fascia ionica centro settentrionale, assenza di collegamenti ferroviari e stradali degni di questo nome, implica che una struttura, quale quella di un aeroporto, si è rivelata tra le poche in grado di tutelare le aspettative economiche e turistiche degli operatori e dei cittadini tutti». «Senza la possibilità del mezzo aereo – secondo l’arcidiocesi crotonese – si va verso l’isolamento totale in quanto le alternative, sia pur meritorie, delle linee bus, scontano esse stesse una precarietà strutturale dolorosamente certificata da recenti luttuosi episodi. Spetta a tutta la comunità crotonese impegnarsi nella difesa di quest’ultima porta di comunicazione e supportare il tentativo di tener in vita il Sant’Anna operato dal curatore fallimentare». Quanto all’idea dell’azionariato popolare, per la Chiesa di Crotone non esistono alternative praticabili a tale sistema: «Il destino di Crotone, venute meno le garanzie pubbliche – conclude la nota – è tutto, come sempre, nelle mani dei cittadini, nessuno escluso».
«Le strutture aeroportuali – si legge in un comunicato dell’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina dopo il fallimento della società di gestione dello scalo – sono apparati complessi che richiedono organizzazione ma anche supporto da parte di tutte le realtà, aziendali e no, che si rendono conto dell’importanza socio-economica del loro mantenimento in vita. Il deficit infrastrutturale del territorio crotonese e di tutta la fascia ionica centro settentrionale, assenza di collegamenti ferroviari e stradali degni di questo nome, implica che una struttura, quale quella di un aeroporto, si è rivelata tra le poche in grado di tutelare le aspettative economiche e turistiche degli operatori e dei cittadini tutti». «Senza la possibilità del mezzo aereo – secondo l’arcidiocesi crotonese – si va verso l’isolamento totale in quanto le alternative, sia pur meritorie, delle linee bus, scontano esse stesse una precarietà strutturale dolorosamente certificata da recenti luttuosi episodi. Spetta a tutta la comunità crotonese impegnarsi nella difesa di quest’ultima porta di comunicazione e supportare il tentativo di tenere in vita il Sant’Anna operato dal curatore fallimentare».
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