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Chi si occupa del Paese?

È sicuramente vero che guardare al futuro è determinante, ma come si fa ad essere fiduciosi se i “fondamentali” del Paese sostanzialmente non danno segnali incoraggianti? La realtà è che, nonostant…

Pubblicato il: 26/04/2015 – 8:11

È sicuramente vero che guardare al futuro è determinante, ma come si fa ad essere fiduciosi se i “fondamentali” del Paese sostanzialmente non danno segnali incoraggianti? La realtà è che, nonostante i proclami sulla ripresa che vengono sbandierati, la disoccupazione, specie quella giovanile, è ferma al palo, la spesa pubblica non accenna a diminuire e i prezzi al consumo continuano a preoccupare le famiglie che vedono erodere sempre più le loro entrate. Nonostante questo gli italiani, e i calabresi tra loro, si sforzano di pensare che il quadro di riferimento possa cambiare. E’ un sentimento reale nonostante l’ansia per come stanno andando le cose della politica cui è demandata, alla fine, qualsiasi inversione di tendenza.

A pensarci bene, anche se con un pizzico di malignità, sembra proprio che gli argomenti che quotidianamente ci vengono propinati siano funzionali per distogliere l’attenzione dai problemi reali e farli cadere nell’oblio. Ecco che sopraggiunge il giudizio di Berlusconi su Renzi che afferma “essere affetto da bulimia di potere” e aggiunge che “inconsapevolmente gli stavamo apprestando un aiuto per consentirgli di realizzare un regime”. Appare strano che l’ex capo del governo se ne sia accorto solo dopo che il “Patto del Nazzareno” era fallito, quando il giovane segretario del Pd ha apertamente manifestato la sua voglia di autonomia politica.
Ma quel che lascia a bocca aperta è il senso di quanto labile sia diventata la politica, più che per mancanza di coerenza per la considerazione che dimostra di avere delle capacità intellettive degli italiani. Si giustifica così l’accusa che sempre l’ex Cavaliere muove a Renzi: “Dimostra una eccessiva fame di potere”, forse senza ricordarsi che anche la sua gestione non è stata caratterizzata da anoressia.
Al di là delle battute e dei luoghi comuni si dice che Renzi e Berlusconi siano simili; che abbiano affinità, quanto meno comportamentali. C’è persino il sospetto che il più giovane abbia molto mutuato dell’altro.
Che la politica sia sempre più considerata, nell’accezione comune, una recita a soggetto a seconda delle opportunità è un dato di fatto. Ne è piena la cronaca di tutti i giorni. Alcuni giorni fa, a proposito del restyling di Forza Italia, si è riparlato di Marina Berlusconi come la preferita per la successione del Cavaliere. Nulla di ufficiale, solo congetture per il momento. Tuttavia non sembra una coincidenza che la primogenita del Cavaliere, seppure da presidente della Mondadori, abbia lanciato un vero e proprio affondo al segretario Pd. “Quello guidato da Renzi – ha detto – sembra molto più un governo di parole che un governo di parola. Le promesse sono fin troppe, gli impegni mantenuti pochi o nulla”.
Gli osservatori concordano che la signora Berlusconi possa aver sciolto la riserva, per il momento solo all’interno della sua famiglia, e abbia deciso di scendere (o salire?) in politica capitanando Forza Italia appena dopo le prossime elezioni regionali; ma si chiedono anche se la scelta possa rappresentare una svolta del tipo di quella sperata per far riprendere quota al partito, oppure se non si sia nella sfera di una vera e propria “successione” dinastica che avverrebbe con l’abdicazione di papà Silvio. Naturalmente toccherà ai colonnelli accreditare che Marina è la persona politicamente più preparata e carismatica, ma è facile prevedere che sarà così; che sarà solo una fortunata coincidenza che lo scettro passi dalle mani del padre in quelle della figlia. Naturalmente non si ammetterà mai che si sia trattato di una successione all’interno di un partito padronale.
In molti si chiedono cosa potrà accadere anche in casa Pd. Tutto dipende dai prossimi giorni, se prevarrà la volontà di “riflettere” ulteriormente evitando una possibile spaccatura, o se si vorrà insistere perché l'”Italicum” rimanga così com’è, incontaminato. Attualmente le parti sembrano essere distanti: la minoranza dem non sembra voler mollare e tira in ballo i cattolici perché facciano sentire anche la loro voce sia per quanto riguarda le riforme costituzionali, sia per la legge elettorale considerata da alcuni sbilanciata a favore di Renzi e della maggioranza.
C’è da domandarsi a chi competano le soluzioni per far uscire il Paese dalla crisi. Perché al di là delle contrapposizioni ideologiche, delle schermaglie per garantirsi il futuro una cosa è certa: si ha l’impressione che degli italiani non se ne occupi nessuno!

 

*giornalista

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