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Colpo alla cosca Pesce: confiscati beni per 21 milioni

REGGIO CALABRIA Beni per un valore di 21 milioni di euro, tra cui tre ville una delle quali di lusso in Austria, riconducibili ad affiliati ad esponenti della cosca Pesce della ‘ndrangheta, sono st…

Pubblicato il: 27/04/2015 – 6:04
Colpo alla cosca Pesce: confiscati beni per 21 milioni

REGGIO CALABRIA Beni per un valore di 21 milioni di euro, tra cui tre ville una delle quali di lusso in Austria, riconducibili ad affiliati ad esponenti della cosca Pesce della ‘ndrangheta, sono stati sequestrati e contestualmente confiscati dal Comando provinciale di Reggio Calabria della Guardia di finanza, coadiuvato dallo Scico di Roma, a conclusione di indagini coordinate dalla Dda reggina. Il sequestro-confisca è stato fatto, nell’ambito di un’operazione denominata “Total-reset”, in esecuzione di 12 decreti emessi dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria. Dalle indagini, secondo quanto riferito dalla Guardia di finanza, è emersa l’evidente sproporzione tra i redditi dichiarati dalle persone indagate e dai componenti dei rispettivi nuclei familiari in rapporto agli ingenti investimenti effettuati e alle acquisizioni patrimoniali a loro riconducibili. In particolare, sono state confiscate quattro società, compreso il loro patrimonio aziendale, operanti nel settore agricolo e dei trasporti; oltre 25mila metri quadri di appezzamenti di terreno, coltivati ad agrumeto e frutteto; 13 fabbricati, tra i quali spiccano le tre ville di pregio, di cui una ubicata in Baden bei Wien, capoluogo dell’omonimo distretto austriaco, situato a sud-ovest di Vienna e plurimi rapporti finanziari di carattere bancario, postale ed assicurativo. Secondo la Guardia di finanza, «l’operazione, frutto di uno stretto coordinamento tra le magistrature italiana e austriaca, si caratterizza per il fatto di rappresentare uno dei primi casi, a livello internazionale, di richiesta di confisca ad un’autorita’ giudiziaria estera, scaturita da una misura di prevenzione patrimoniale prevista dalla legislazione italiana».
La confisca, secondo quanto reso noto, è stata possibile contestando il reato di riciclaggio, previsto anche dal codice penale austriaco. L’indagine avrebbe fatto emergere che Claudio Lucia, presunto responsabile della cosca Pesce per gli investimenti in Lombardia e in territorio estero, all’inizio del 2009 aveva comprato, in contanti, una villa di pregio del valore di un milione di euro nella nota località termale austriaca. L’uomo aveva intestato la villa alla moglie rumena e subito dopo aveva commissionato e fatto eseguire lavori di ristrutturazione per costi di oltre 1 milione e mezzo di euro, anche questa cifra pagata esclusivamente in contanti e senza rilascio di documentazione fiscale, come da condizione espressamente dettata dal committente. Venuto a conoscenza degli arresti eseguiti nell’aprile 2010 a carico di 40 presunti appartenenti alla cosca Pesce, l’uomo, allora irreperibile, avrebbe alienato i beni intestati alla moglie: un’automobile Porsche Cayenne Turbo è stata cancellata dal registro automobilistico austriaco e trasferita all’estero, mentre la villa di Baden era stata ceduta a un cittadino rumeno al prezzo di 900 mila euro, a titolo di “compensazione” di un asserito pregresso debito, transazione che secondo le indagini sarebbe stata palesemente fittizia e funzionale alla sottrazione del bene dall’eventuale applicazione di provvedimenti cautelari o ablativi. Il reato di riciclaggio, previsto dal codice penale austriaco (che invece non prevede i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione, contestati dalla magistratura italiana a Claudio Lucia) è stato contestato a carico della moglie di Lucia e del cittadino rumeno a cui era stata ceduta la villa, rendendo possibile la confisca dei beni detenuti in Austria.

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