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Matacena, in Antimafia l'ex capo dei servizi negli Emirati

ROMA La Commissione parlamentare Antimafia riceverà domani alle ore 14 in audizione Paolo Costantini, ex capo centro del servizio segreto esterno negli Emirati Arabi Uniti, che ha parlato alla magi…

Pubblicato il: 27/04/2015 – 13:33
Matacena, in Antimafia l'ex capo dei servizi negli Emirati

ROMA La Commissione parlamentare Antimafia riceverà domani alle ore 14 in audizione Paolo Costantini, ex capo centro del servizio segreto esterno negli Emirati Arabi Uniti, che ha parlato alla magistratura di presunte pressioni per coprire la latitanza a Dubai dell’ex deputato di Fi Amedeo Matacena. Costantini è stato sentito nel giugno scorso come persona informata dei fatti dal sostituto della Dna Francesco Curcio relativamente al periodo in cui era in servizio ad Abu Dhabi, dal 2011 e fino al gennaio 2014. L’ufficiale, in quella occasione, secondo i verbali pubblicati da un quotidiano, parlò di «pressioni» esercitate per «garantire le migliori condizioni possibili di permanenza» negli Emirati all’ex deputato condannato in Italia a tre anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Nei mesi scorsi la Commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Rosy Bindi, ha ascoltato anche il direttore dell’Aise, Alberto Manenti. L’audizione fu interamente secretata ma a quanto si apprese alcuni parlamentari posero alcune domande al direttore Aise sulla latitanza di Amedeo Matacena e sull’espatrio a Beirut dell’ex senatore dello stesso partito Marcello Dell’Utri. A Manenti fu chiesto anche se l’ex capo centro del servizio segreto esterno negli Emirati Arabi avesse lasciato di sua volontà i servizi o se la sua sia stata una scelta “sollecitata”. Attualmente è in corso a Reggio Calabria un processo che vede imputato l’ex ministro dell’Interno, Claudio Scajola accusato di inosservanza della pena nei confronti dell’armatore reggino. L’accusa sostiene che Scajola e la moglie di Matacena, Chiara Rizzo, si sarebbero attivati per far trasferire l’ex parlamentare da Dubai a Beirut ed avrebbero tentato di schermare le aziende per evitare eventuali sequestri patrimoniali.

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