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Mollace: «Nessuna conferma ufficiale, in ogni caso confido in un giudice terzo»

CATANZARO È sereno e si dice certo di poter dimostrare non solo la sua assoluta estraneità alle accuse di corruzione in atti giudiziari che la Procura di Catanzaro gli contesta, ma anche di aver ar…

Pubblicato il: 28/04/2015 – 18:58
Mollace: «Nessuna conferma ufficiale, in ogni caso confido in un giudice terzo»

CATANZARO È sereno e si dice certo di poter dimostrare non solo la sua assoluta estraneità alle accuse di corruzione in atti giudiziari che la Procura di Catanzaro gli contesta, ma anche di aver arrestato, fatto condannare e indotto alla collaborazione i componenti del clan che secondo le accuse avrebbe agevolato il sostituto procuratore della Corte d’appello di Roma, Francesco Mollace. Tuttavia, nelle parole del magistrato reggino, chiamato circa un anno fa nella capitale, non manca l’amarezza. «Apprendo dai soliti ben accreditati nelle stanze giudiziarie che la Procura di Catanzaro avrebbe depositato una richiesta di rinvio a giudizio nei miei confronti – commenta il magistrato- Resto in attesa di riceverne conferma ufficiale e nei modi previsti dalla legge, ammesso che il rispetto dei diritti dei cittadini abbia ancora un qualche valore in certi palazzi». Per la Procura di Catanzaro, il magistrato quando era in servizio alla Dda di Reggio, non avrebbe svolto le necessarie investigazioni circa l’esistenza della cosca Lo Giudice nonostante i pentiti avessero dato indicazione circa la sua esistenza anche dopo il 1991 e avrebbe omesso di riaprire le indagini sulla scomparsa di Angela Costantino, moglie del boss Pietro Lo Giudice, secondo l’accusa uccisa per salvare l’onore del capoclan, dai suoi stessi familiari. In cambio, sostengono i pm Gerardo Dominijanni e Domenico Guarascio, che con il coordinamento del procuratore della Repubblica, Vincenzo Antonio Lombardo, hanno coordinato l’inchiesta, il pg avrebbe ottenuto «la dazione gratuita dei servizi di manutenzione e rimessaggio dei natanti ormeggiati nel cantiere di Calamizzi, gestito e diretto da Antonino Spano’ e Luciano Lo Giudice, il primo quale prestanome del secondo». Accuse respinte al mittente dal procuratore Mollace, che aggiunge: «con la serenità di chi non ha niente da farsi perdonare e niente da nascondere, sono certo che un giudice terzo e imparziale saprà fare giustizia della spazzatura raccolta in alcuni anni di indagini e di servile dileggio mediatico. Per mio conto sono sicuro di aver dimostrato con documenti inoppugnabili di avere circa venti anni fa arrestato, fatto condannare e determinato alla collaborazione componenti dell’allora cosca Lo Giudice. Mai ricevuto niente da chicchessia. L accusa e’ fondata su illazioni e le regole del processo mi rendono sereno».

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