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"Intimidiva" la sua stessa azienda, arrestato capocantiere della Trasversale

VIBO VALENTIA Ci sarebbe la sua mano dietro le intimidazioni, i danneggiamenti e gli incendi ai danni della “Cavalleri infrastrutture”, azienda impegnata nei lavori della Trasversale delle Ser…

Pubblicato il: 29/04/2015 – 8:57
"Intimidiva" la sua stessa azienda, arrestato capocantiere della Trasversale

VIBO VALENTIA Ci sarebbe la sua mano dietro le intimidazioni, i danneggiamenti e gli incendi ai danni della “Cavalleri infrastrutture”, azienda impegnata nei lavori della Trasversale delle Serre. Livio Calvi, 59 anni, responsabile di cantiere, avrebbe fatto tutto ciò (non da solo) per estorcere denaro alla ditta con cui lavorava da decenni e, soprattutto, per favorire altre imprese in odore di ‘ndrangheta. Per questo stamattina i carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, guidati dal capitano Stefano Esposito Vangone, hanno tratto in arresto il capomastro dell’azienda che sta realizzando il terzo tronco della strada che dovrebbe collegare l’entroterra montano vibonese alla due coste. L’uomo, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Catanzaro, è accusato di danneggiamento seguito da incendio e tentata estorsione in concorso continuata con l’aggravante delle modalità mafiose.
Le indagini, tuttora in corso, sono state avviate dalla Dda del capoluogo dopo che, nell’ottobre scorso, diversi mezzi di ingente valore, impegnati nel tratto Vallelonga-Monte Cucco, erano stati dati alle fiamme. Da quell’episodio gli inquirenti sono risaliti ad ulteriori minacce rivolte ad alcuni dipendenti: telefonate anonime e cartucce a pallettoni lasciate sui parabrezza delle autovetture. Messaggi chiari, secondo i militari agli ordini del comandante provinciale Daniele Scardecchia, che sarebbero imputabili a Calvi e ad altri soggetti in corso di identificazione.
Gli obiettivi delle intimidazioni in stile mafioso erano, secondo gli investigatori, altrettanto evidenti: innanzitutto creare in tutta la compagine imprenditoriale un forte stato di soggezione psicologica, così da avvalorare il fatto che ci si trovasse di fronte a vessazioni a scopo estorsivo; quindi soddisfare gli appetiti di un’associazione criminale, non ancora completamente delineata, al fine di costringere la “Cavalleri”, ricorrendo a metodi mafiosi, a consegnare al responsabile di cantiere e ai suoi complici 60mila euro «allo scopo – annotano i carabinieri – di avvantaggiare altre imprese orbitanti nella criminalità organizzata calabrese ed affidatarie di subappalti nell’ambito della “Trasversale delle Serre”». Tutto ciò, con la “collaborazione” di un investigatore privato (ingaggiato dall’azienda) che avrebbe fornito informazioni false per avvalorare l’estorsione, con l’obiettivo finale di indurre l’azienda ad abbandonare i lavori.

 

Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it

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