La Calabria è maglia nera per la disoccupazione giovanile, piazzandosi secondo i dati Eurostat, al settimo posto in Europa, con il 59,7 per cento di giovani senza lavoro. E dov’è la novità? Secondo le nuove stima, lo scorso anno, emerge, inoltre, che l’Italia, insieme a Spagna e Grecia, è tra quei Paesi con le regioni che hanno un tasso di disoccupazione generale che supera il 20,2%, ossia il doppio della media dell’Unione europea. Ma, sempre secondo Eurostat, in Italia sono quattro le regioni che hanno indici da far paura. Sempre le stesse, come se il tempo non passasse e la politica non facesse quanto le compete: Calabria (sempre al primo posto), Sicilia, Campania e Puglia. Solo la provincia di Bolzano – l’unica – ha il record di avere il tasso più basso di disoccupazione in tutta Europa. Un record, finalmente, positivo. Un tasso di disoccupazione inferiore al 5%. Peccato, però, che non ci riguarda se non lontanamente. Una magra consolazione.
La forbice Nord-Sud si allarga anche a livello urbano. Le differenze tra Centro-Nord e Sud, che caratterizzano ormai da mezzo secolo il Paese, vengono fuori dal rapporto Urbes 2015, che ha analizzato la situazione sul benessere equo e sostenibile nelle città italiane accendendo i fari in ambiti più ampi, come salute, istruzione, formazione, lavoro, benessere economico, relazioni sociali, politica, istituzioni, sicurezza, ambiente, innovazione, qualità dei servizi. Nonostante gli sforzi che a livello nazionale e regionale si stiano facendo, e nonostante le diatribe interne ed esterne ai partiti, si sta tentando di metter mano sulla questione sanità, anche se il commissario al piano di rientro, sia venuto da fuori regione. L’istruzione non è che sia a livelli di scuola tedesca o inglese o si tenga conto della fatiscenza degli edifici, la formazione, almeno fino ad ora, è servita più ai formatori che a chi si deve formare.
Del lavoro, abbiamo detto, anche se industriali e benestanti, non vanno oltre il minimo indispensabile dell’impegno. Un dato positivo è venuto da un atto di fusione tra Confidi Calabria e Unionfidi Piemonte che ha determinato la nascita di uno dei Confidi nazionali di maggior rilievo nel Paese, con oltre 14mila soci ed una forte presenza nel Mezzogiorno. L’accordo tra gli industriali piemontesi e calabresi – alla cui firma per sottolineare l’importanza dell’intesa – è stato sottoscritto alla presenza del presidente della giunta regionale Mario Oliverio e dell’assessore Carlo Guccione, l’uomo della “Garanzia Giovani”, al quale guardano con fiducia e speranza migliaia di ragazzi calabresi. Secondo il presidente di Unindustria Calabria, Natale Mazzuca, questo accordo consentirà alle imprese calabresi di usufruire di un organismo, posto sotto la vigilanza della Banca d’Italia, la cui piena operatività avrà la funzione di facilitare l’accesso al credito per le piccole e medie imprese che operano in Calabria. Non ci saranno più alibi, secondo Mazzuca, per il sistema creditizio. A dar manforte a Mazzuca, il presidente di Unionfidi Piemonte, Pietro Mulatero, per il quale si è dato vita ad una realtà – si spera importante e operativa – non solo per la Calabria ma addirittura per l’intero Mezzogiorno, perché sarà in grado di offrire opportunità e servizi concreti al sistema delle Piccole e medie imprese. Unionfidi, infatti, dovrebbe mettere a disposizione delle imprese e delle istituzioni calabresi le migliori pratiche già adottate in Piemonte, con risultati lusinghieri per il sistema imprenditoriale e quello bancario.
Un Santo a cui votarsi, a meno che non si voglia incrementare l’acquisto dei “gratta e vinci”. In una tabaccheria cosentina un cliente ha acquistato un biglietto della serie “turista per sempre” ed ha ottenuto una rendita per i prossimi venti anni, ossia duecentomila euro subito, seimila euro al mese, sempre per due decenni e diecimila euro di bonus finale. Naturalmente, nessuno conosce il vincitore che ha scelto di restare anonimo, facendosi aiutare da un legale per il disbrigo dell’affare. E che affare.
Ma casi di questo genere accadono, si sarebbe detto una volta, ad ogni morte di Papa. Da qualche tempo, non si può dire neanche questo. Si potrebbe far ricorso alla canzone degli anni 60 “Arrivederci a forse mai”. E si potrebbe togliere pure il forse, perché quanto è capitato all’illustre signor sconosciuto, non si verificherà mai, o quasi.
Una notizia non del tutto negativa che, visti i tempi, si potrebbe considerare positiva, è venuta dalla commissaria per al politica regionale dell’Ue, Corinna Cretu, che, alla presenza del ministro Delrio, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio De Vincenti e dei presidenti delle Regioni Calabria, Sicilia e Campania ha riconosciuto i progressi fatti rispetto al passato, ma che si deve lavorare ancora di più per colmare il divario esistente con le altre regioni. Nei prossimi mesi occorre rimboccarsi le maniche, ha detto la commissaria Cretu, per non perdere i fondi europei in quelle le regioni, le nostre, nelle quali si registra, come dicevamo in apertura, la più alta disoccupazione ed uno squilibrio economico territoriale che va assolutamente colmato.
Non c’è spazio per giocare. La ricreazione è finita, i giovani piangono. E i loro genitori non possono far altro che rivolgersi al Buon Dio. Ammenochè la sveglia non suoni, finalmente e per davvero.
*giornalista
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