LAMEZIA TERME Lo scontro è arrivato al suo acme. È ormai guerra aperta nel centrodestra lametino, con il “generale” Paolo Mascaro costretto a fronteggiare la ribellione del “luogotenente” frondista Salvatore Vescio. La storia è nota. Il candidato a sindaco si è opposto con tutte le sue forze all’entrata in lista dell’ex consigliere regionale, che pure si era speso molto, negli ultimi mesi, per organizzare la campagna elettorale della coalizione.
L’obiezione di Mascaro (fiancheggiato dal vero commander in chief di Forza Italia a Lamezia, Pino Galati) suona più o meno così: nella nostra squadra non c’è posto per un personaggio condannato in primo grado per corruzione elettorale (i fatti risalgono alla tornata del 2010). Presa di posizione che, com’era prevedibile, a Vescio non è piaciuta neanche un po’. L’insubordinazione è diventata palese proprio oggi, con una dichiarazione al vetriolo dell’escluso eccellente. Che, sostanzialmente, ha rinfacciato al candidato sindaco di averlo “sedotto e abbandonato”, rimproverandolo poi per la sua “vicinanza” allo stesso Galati. Mascaro, dal canto suo, ha subito risposto per le rime: Vescio parla così perché l’ho messo alla porta.
«Non riesco, invero – spiega in una dichiarazione –, a comprendere a cosa si riferisca nel richiamare un “lungo periodo di collaborazione” essendomi io limitato ad avere negli ultimi mesi con il predetto (Vescio, ndr) e con Galati i normali e doverosi colloqui con i rappresentanti dei partiti che hanno dichiarato di appoggiare la mia candidatura a sindaco di Lamezia Terme e tra questi sicuramente anche con i rappresentanti di Forza Italia».
L’avvocato lametino, inoltre, protesta contro «il riferimento al tanto abusato concetto di “cerchio magico” che mi accumunerebbe a Galati, che costituisce solamente il maggior rappresentante sul territorio di uno dei tanti partiti che, insieme a liste civiche, hanno incondizionatamente appoggiato il mio progetto di nascita di una nuova politica per una nuova Lamezia e che ho incontrato nella stessa misura e negli stessi termini dei rappresentanti delle altre liste».
«È, poi, inaccettabile falsità – continua Mascaro – affermare che io abbia mai invitato il consigliere Vescio a candidarsi, essendomi invece opposto con tutte le mie forze a detta candidatura che, alla luce della sentenza di primo grado resa dal Tribunale di Lamezia Terme di condanna a mesi 4 di reclusione per il reato di corruzione elettorale» sarebbe stata «inopportuna e immorale».
Ecco perché Vescio farebbe bene «a dire la verità e ad affermare che i motivi della sua presa di posizione sono determinati unicamente dal mio irremovibile rifiuto alla sua candidatura e dal mio successivo ed anch’esso irremovibile rifiuto ad aderire alla richiesta di nominare il vice sindaco in una rosa di nomi che lo stesso avrebbe dovuto indicarmi nella sua qualità di portavoce di uno dei tanti partiti della coalizione».
Infine, la bordata finale: «Auguro al consigliere Vescio le migliori fortune nell’intraprendere un nuovo percorso che di certo, però, non potrà essere programmatico, non avendo nei nostri incontri il predetto mai speso una costruttiva parola in tal senso preferendo interloquire su concetti a me inaccettabili di spartizione di future e ipotetiche poltrone». E ora lo strappo può dirsi definitivo. La fuoriuscita di Vescio si aggiunge a quella, ufficializzata ieri, di Mario Magno. Un altro big di una coalizione che continua a perdere pezzi.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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