REGGIO CALABRIA I carabinieri del Ros e i finanzieri del Gico stanno eseguendo, a Reggio Calabria, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della procura distrettuale antimafia reggina, nei confronti di cinque indagati in concorso per scambio elettorale politico mafioso. Al centro delle indagini gli accordi illeciti che sarebbero intercorsi tra la cosca ‘ndranghetistica dei “Pelle” di San Luca e l’ex consigliere regionale Santi Zappalà, per ottenere il sostegno elettorale in occasione delle consultazioni regionali del 2010. Documentato il versamento di ingenti somme di denaro, in cambio dei voti garantiti dal sodalizio mafioso.
Proprio l’ex consigliere regionale Santi Zappalà è tra le cinque persone arrestate stamattina con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso nell’ambito dell’operazione “Reale 6”. Oltre a Santi Zappalà, per ordine del gip Cinzia Barillà, sono finiti in carcere su richiesta della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Mesiani Mazzacuva, classe 77, Giuseppe Pelle, classe 70, Antonio Pelle, classe 86. Sono stati invece disposti i domiciliari per Sebastiano Pelle classe 71.
Zappalà era già stato arrestato nel dicembre del 2010, quando era consigliere regionale in carica, con l’accusa di corruzione elettorale mafiosa, reato per il quale è stato condannato in via definitiva a due anni e otto mesi di reclusione. Zappalà, sorvegliato speciale ma attualmente in stato di libertà anche dopo la condanna definitiva per i fatti del 2010, dopo l’arresto di stamattina è stato nuovamente condotto in carcere. Dall’indagine condotta dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di finanza, con il coordinamento della Dda di Reggio Calabria, è emerso che Zappalà, per ottenere nel 2010 l’elezione nel Consiglio regionale della Calabria, avrebbe messo a disposizione dei Pelle e di altre cosche della ‘ndrangheta, complessivamente, 400mila euro. Centomila euro sarebbero stati la quota parte dei Pelle, grazie ad un accordo diretto col capo del gruppo criminale, Giuseppe Pelle, detto “Gambazza”, mentre altri trecentomila sarebbero serviti per ottenere il sostegno elettorale di altre cosche di ‘ndrangheta. L’indagine mira adesso ad accertare la destinazione finale dei trecentomila euro che sarebbero stati sborsati da Zappalà. Le altre quattro persone arrestate stamattina insieme a Santi Zappalà sono esponenti della cosca Pelle.
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