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Aiutano i Pronto soccorso, ma l'Asp li dimentica

GIOIA TAURO Una bella realtà medica prossima alla chiusura per le inadempienze della burocrazia. I Pronto soccorso della provincia di Reggio scoppiano, sono a corto di personale, non si trovano nel…

Pubblicato il: 30/04/2015 – 14:20
Aiutano i Pronto soccorso, ma l'Asp li dimentica

GIOIA TAURO Una bella realtà medica prossima alla chiusura per le inadempienze della burocrazia. I Pronto soccorso della provincia di Reggio scoppiano, sono a corto di personale, non si trovano nelle condizioni strutturali e organizzative per assicurare un primo intervento sempre efficiente e professionale ai pazienti. Urgono soluzioni per decongestionare gli accessi e per garantire, al tempo stesso, il rispetto del diritto alla salute di tutti.
È a partire da queste premesse che si è costituito lo studio medico associato Metauros di Gioia Tauro, operativo nel distretto sanitario di Palmi. Lo scopo sociale? Essere a tutti gli effetti un presidio medico “cooperativo” che consenta ai Pronto soccorso degli ospedali di ridurre, e di molto, il flusso di pazienti. Una scommessa vinta, apparentemente: Metauros, dopo solo quattro mesi di attività, serve un bacino d’utenza di circa 15mila persone.
Applausi sentiti dalle istituzioni sanitarie locali, anzi no.

 

ASP RETICENTE
Perché, al momento, l’Asp di Reggio non ha ancora assegnato allo studio associato gli incentivi previsti per sostenere l’attività della struttura. Di più: il distretto di Palmi non ha neppure effettuato l’ispezione di rito, obbligatoria per legge. Metauros è, in definitiva, un’avventura medica dimenticata, lasciata (volutamente o meno) nel limbo dai ras della sanità provinciale.
L’investimento dei 10 medici dello studio (Vincenzo Frangella, Domenico Morano, Saverio Cambareri, Gabriella La Rosa, Antonella Piazzi, Michelangelo Garruzzo, Leopoldo Muratori, Giuseppe Giunta, Vincenzo Zirino e Giuseppe Zappalà) è consistente: 10mila euro a testa per le spese iniziali, a cui si aggiungono i 1.200 euro mensili a testa per affitto, stipendi dei segretari e bollette varie.
Metauros, oltre a fornire prestazioni mediche, ha dato lavoro ad altri 11 amministrativi e ha siglato un contratto decennale per l’immobile dove sorge lo studio. È la terza struttura di questo tipo in Calabria e garantisce una copertura di 12 ore giornaliere.
Sembrava tutto semplice, dopo le indicazioni fornite dal ministero, incluse nel Patto della salute 2014-2016, che esortava alla costituzione di queste nuove forme associative professionali per dare un po’ di ossigeno agli ospedali in perenne apnea. Ma la negligenza dell’Asp rischia di mandare tutto in rovina.

 

LA PROTESTA
Ora i 10 medici dello studio hanno deciso di alzare la voce e di mettere con le spalle al muro i responsabili di questo immobilismo burocratico. Il mese scorso sono partite le lettere di reclamo indirizzate alle più alte cariche politiche e amministrative della Regione, tra cui lo stesso commissario alla Sanità Massimo Scura e il governatore Mario Oliverio. Una dettagliata informativa è stata poi recapitata al prefetto di Reggio Claudio Sammartino.
Metauros – scrivono i medici al delegato del governo – «potrà proseguire l’impegno preso con la popolazione tutta per un periodo non oltre i due mesi, trascorsi i quali, proseguendo l’inottemperanza dell’Asp di appartenenza, lo studio associato sarà costretto, per esaurimento dei propri fondi economici, a rinunciare al proseguimento professionale intrapreso, ritornando con enorme difficoltà ai propri studi, non ultimo, il licenziamento delle unità di segreteria, la perdita delle spese finora effettuate e il disagio per circa 15mila utenti».
I camici bianchi, nell’intraprendere la loro sfida, non si aspettavano certo «inni e fanfare, ma neppure un silenzio così assordante e delittuoso, con un’aria di disfattismo totale come per addossarci addirittura quasi una colpa, facendoci pensare di aver dato fastidio a qualcuno piuttosto che dare un po’ di respiro ai nostri pazienti».
A emergere è l’indifferenza verso un esempio di “buona sanità”, un disinteresse che finora è stato «sconvolgente, straordinario».

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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