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La Fials si sfila: nessun festeggiamento per il 1° maggio

REGGIO CALABRIA Il sindacato Fials non parteciperà ad alcuna manifestazione legata al primo maggio. A comunicarlo è il segretario generale calabrese, Bruno Ferraro. «A parte le radici storiche che …

Pubblicato il: 30/04/2015 – 16:22
La Fials si sfila: nessun festeggiamento per il 1° maggio

REGGIO CALABRIA Il sindacato Fials non parteciperà ad alcuna manifestazione legata al primo maggio. A comunicarlo è il segretario generale calabrese, Bruno Ferraro. «A parte le radici storiche che avevano le loro motivazioni nell’800 – spiega –, in un mondo diverso da quello di oggi, ma cosa dovremmo festeggiare e soprattutto chi dovrebbe, a Reggio Calabria, festeggiare il lavoro? Forse i 276 ex lavoratori Multiservizi che hanno perso il lavoro? Forse i 300 mandati a casa dalla grande distribuzione? Forse gli 82 di Acquereggine licenziati nel 2012 a cui presto si aggiungeranno altri 42 con decorrenza proprio il 1° maggio? Forse gli ex lavoratori del polo tessile San Gregorio illusi alla fine degli anni 90 e lasciati in mezzo alla strada».
Ferraro continua: «Forse le centinaia di ex lavoratori licenziati fruitori degli ammortizzatori sociali in deroga che ancora non hanno ricevuto i sussidi del 2014? Forse i lavoratori dell’Atam, della Sogas, dell’Hospice e di tante altre realtà produttive reggine che vedono l’erogazione dello stipendio a singhiozzo? Forse i tanti precari, compresi quelli della sanità e del Comune, che ancora non vedono la fine del tunnel in cui sono da anni? Forse le migliaia di disoccupati e inoccupati che non riescono a trovare una occupazione anche per poche centinaia di euro mensili? Forse le migliaia di giovani laureati calabresi che non trovano lavoro nello loro terra e che, sulle orme di antiche migrazioni, sono costretti ad andare all’estero da uno Stato che non garantisce l’articolo 1 della sua stessa Costituzione? Forse i centinaia di disabili reggini che non vengono assunti nonostante l’obbligatorietà prevista dalla legge?».
«Quindi, come Fials – aggiunge il segretario generale –, non capiamo che cosa e chi dovrebbe a Reggio e in Calabria festeggiare il 1° maggio. Forse sarebbe meglio che i costi del Concertone organizzato ogni anno da Cgil, Cisl e Uil a Roma andassero ai terremotati del Nepal, almeno avrebbe qualche significato».
Per Ferraro, invece, occorre «evitare concerti e passerelle mediatiche ad appannaggio politico-sindacale e lavorare, questo sì insieme, per predisporre un piano per il lavoro calabrese finanziato con i fondi comunitari. Così come sarebbe opportuno che venisse rifinanziato il “Decreto Reggio”, non per fare opere pubbliche di cui nessuno si occuperà per mancanza di soldi, ma riattivando l’articolo 18bis dello stesso decreto che riguarda “interventi per l’occupazione per la città di Reggio Calabria”».
«Questo – conclude Ferraro – è il nostro pensiero e le nostre proposte per il 1° maggio. Che sia una riflessione per chi, politica compresa, purtroppo decide il futuro dei nostri figli. Non solo cortei e concerti con le solite e vecchie bandiere rosse».

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