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Gioia, Cgil: la nomina del commissario evidenzia il disinteresse di Renzi

GIOIA TAURO «La nomina di Barbagiovanni Minciullo, comandante della Capitaneria di Gioia Tauro, a commissario dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, al di là della persona in sè, evidenzia il profo…

Pubblicato il: 02/05/2015 – 10:11
Gioia, Cgil: la nomina del commissario evidenzia il disinteresse di Renzi

GIOIA TAURO «La nomina di Barbagiovanni Minciullo, comandante della Capitaneria di Gioia Tauro, a commissario dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, al di là della persona in sè, evidenzia il profondo disinteresse del governo Renzi e del ministro dei trasporti, Del Rio, sul porto di Gioia Tauro e sulla sua prospettiva industriale». È quanto scritto in una nota delle segreterie della Cgil e della Filt della Calabria e della Cgil Piana Gioia Tauro. «L’Autorità portuale – prosegue la nota – non ha bisogno di un militare ma di una professionalità in grado di incidere nei processi commerciali. Da tempo la Cgil ha sollecitato la nomina di un manager o di un profondo conoscitore delle dinamiche portuali e industriali proprio per dare una prospettiva produttiva alla più grande infrastruttura del Mezzogiorno. Anche stavolta dal governo risposte a mezz’asta come per significare cbe sul porto di Gioia il governo vuole proprio spegnere i riflettori. Ma c’è di più. Bisogna notare le differenze fra la nomina del commissario dell’autorità portuale di Trieste e quella di Gioia. A Trieste a febbraio il Ministro dei Trasporti Lupi nomina commissario Zeno D’Agostino condividendo la scelta con il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e vice segretaria nazionale del Pd, Debora Serracchiani, e con il sindaco di Trieste, Roberto Cosolini. A Gioia – aggiunge la Cgil – con chi ha condiviso la proposta Del Rio? La verità, invece, è che dopo la sanità tocca adesso al porto di Gioia Tauro subire le scelte centraliste e coloniali di un governo che sempre meno pratica la strada della concertazione e dell’ascolto vero del territorio e sempre più, invece, esercita una pratica autoritaria sbeffeggiando autonomie e intelligenze di una regione come la Calabria. Siamo convinti che, come già successo per Scura, la giunta regionale ed il suo presidente non sono stati informati. E Magorno, segretario regionale del Pd, non ne sapeva nulla?».

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