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Calabria penalizzata dall'economia illegale

CATANZARO C’è un fattore negativo in più con il quale il sistema imprenditoriale italiano deve fare i conti e che condiziona pesantemente la possibilità di recuperare il gap imposto dalla severa re…

Pubblicato il: 04/05/2015 – 14:31
Calabria penalizzata dall'economia illegale

CATANZARO C’è un fattore negativo in più con il quale il sistema imprenditoriale italiano deve fare i conti e che condiziona pesantemente la possibilità di recuperare il gap imposto dalla severa recessione in atto nel Paese negli ultimi anni. E in Calabria – come gran parte delle regioni del Mezzogiorno – questo fattore pesa ancor di più. Recidendo la flebile speranza degli imprenditori locali di risalire la china. È l’economia illegale – particolarmente diffuso nella nostra regione – il demone oscuro con il quale le imprese devono fare i conti. Un buco nero capace di inghiottire una buona fetta delle potenzialità economiche delle imprese sane. Un assunto che ora viene quantificato – numeri alla mano – da un lavoro effettuato dallo Studio Ls Lexjus Sinacta in collaborazione con l’istituto “Guglielmo Tagliacarne” che su questo tema ha dedicato la quinta edizione del Focus Pmi in programma giovedì prossimo alla Borsa di Milano. E le anticipazioni su quel report pongono la nostra regione nella non felice posizione di dover rincorrere in salita e con un pesante fardello legato ai piedi i timidi, anzi timidissimi primi segnali di ripresa economica che si avvertono nel resto del Paese.

 

ALTO TASSO D’ILLEGALITA’
Stando alle rilevazioni effettuate dagli analisti dei due istituti di ricerca, il territorio calabrese è tra quelli con il più alto indice di illegalità economica diffusa. Un indicatore che dimostra non solo il grado di infiltrazione della criminalità organizzata all’interno del tessuto imprenditoriale, ma anche il rispetto delle leggi e della trasparenza amministrativa. Due temi che al Sud, e in Calabria in particolare, limitano la capacità di competere alla pari delle aziende sane – cioè immuni da infiltrazioni criminali e rispettose della legalità – rispetto a quelle con propensione all’illegalità.

 

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ZAVORRA SULLE POTENZIALITA’
Ma c’è dell’altro che in questo report – le cui prime anticipazioni sono state diffuse dai due istituti di ricerca – emerge e inquieta: l’impatto dell’illegalità rispetto alle performance delle aziende. Ebbene da questo studio emerge con chiarezza che secondo gli imprenditori (campione di 1.500 ascoltato dagli istituti) l’illegalità è capace di limitare gran parte del giro d’affari della propria attività: circa due terzi delle imprese dichiarano che avrebbero un fatturato maggiore se non esistesse un così estesa l’illegalità.
E anche in questo caso gli imprenditori delle regioni del Mezzogiorno tra cui ovviamente anche la Calabria si sentono maggiormente penalizzate.

 

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CHI RISENTE MAGGIORMENTE
Lo studio è poi riuscito a tracciare una sorta di identikit dell’azienda che maggiormente risente dell’illegalità diffusa. Sono micro e piccolissime imprese soprattutto che operano nel settore delle costruzioni e che hanno come mercato prevalente quello locale. Tratti che disegnano pedissequamente il sistema imprenditoriale calabrese caratterizzato proprio da una miriade di piccole aziende con un mercato di sbocco che non riesce ad andare – nel migliore dei casi – oltre la regione.

 

Roberto De Santo
r.desanto@corrierecal.it

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