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Il Reventino si mobilita per l'ospedale di Soveria

SOVERIA MANNELLI Un fiume di gente a Soveria Mannelli per dire “No” alle linee programmatiche del decreto Scura. La protesta del ComoCal, il Comitato ospedali di montagna calabresi, sta raccogliend…

Pubblicato il: 04/05/2015 – 17:56
Il Reventino si mobilita per l'ospedale di Soveria

SOVERIA MANNELLI Un fiume di gente a Soveria Mannelli per dire “No” alle linee programmatiche del decreto Scura. La protesta del ComoCal, il Comitato ospedali di montagna calabresi, sta raccogliendo grande adesione da parte della popolazione dei paesi montani. Dopo la manifestazione di Acri, che ha visto la partecipazione di oltre seimila persone, anche il comprensorio catanzarese del Reventino si è mobilitato. Quasi quattromila i presenti alla protesta che si è svolta davanti all’ospedale di Soveria, punto di riferimento per i paesini della Presila catanzarese e cosentina. A dare man forte al comitato di Soveria, presieduto da Antonello Maida, sono intervenuti tutti i gruppi appartenenti al ComoCal: il comitato di Acri, guidato da Paolo Belsito e Giulia Zanfino, il comprensorio vibonese, coordinato da Salvatore Albanese e, in rappresentanza di San Giovanni in Fiore, il gruppo guidato da Giovanni Guzzo. La morte della sanità calabrese è stata rappresentata da una bara posta all’entrata del nosocomio. Una sanità che ha deciso, però, di non soccombere senza combattere e di dichiarare guerra al decreto numero nove, del due aprile scorso, firmato dal nuovo commissario Massimo Scura. «Le linee programmatiche di questa nuova legge – ha dichiarato Alessandro Sirianni, coordinatore del ComoCal – tendono a cancellare tutti i servizi degli ospedali montani. Vengono soppressi tutti i servizi primari: radiologia, fisiatria, pediatria, laboratorio analisi, cardiologia. Così facendo un Pronto soccorso perde importanti specialistiche di riferimento. Ma non solo, verranno ridotti del 50% i posti per la dialisi e resteranno 20 posti per Medicina. In cambio si promette l’implementazione dei posti per la lungodegenza, una promessa alla quale è difficile credere, una presa in giro, considerando le convenzioni con le cliniche provate a cui la lungodegenza viene sovente assegnata. Basti pensare che la Calabria è la seconda regione, dopo la Lombardia, ad avere strutture private accreditate». Alle promesse non si crede più. «In cambio dei tagli ci assicurano chirurgia in day surgery e un servizio di oncologia per la chemio. Anche Scopelliti, attraverso il suo dg Mancuso, le aveva promesse. Qui è una vita che aspettiamo la tac multislide e la macchina per l’ortopanoramica ma invece di acquisire tecnologia e avere garanzia dei livelli essenziali di assistenza non fanno altro che portare via le cose. Martedì porteranno via il frigo per l’emoteca. Questo significa niente trasfusioni e ulteriore depotenziamento del Pronto soccorso». Schierati contro il decreto numero nove anche i sindaci di Bianchi, Colosimi, Cicala, Scigliano e Carlopoli. Dichiara guerra ai nuovi decreti il primo cittadino di Soveria Mannelli, Giuseppe Pascuzzi, che oggi ha ricevuto il vice presidente della giunta regionale Enzo Ciconte e che giorno 15 ospiterà il governatore Mario Oliverio per esporgli i problemi della sanità montana. Il commissario Scura, che ha il sostegno della giunta regionale, ha affermato Pascuzzi, dovrebbe farsi portavoce delle istanze dei cittadini. Solidarietà alla battaglia dei paesi di montagna è arrivata anche dal sacerdote Giacomo Panizza e dal vescovo Luigi Cantafora che ha mandato un messaggio nel quale invita gli amministratori locali a incontrarsi per tutelare i servizi necessari allo sviluppo reale e alla crescita. Servizi che al momento sono del tutto assenti.

 

Alessia Truzzolillo

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