NAPOLI Da cinema a luci rosse a casa d’appuntamenti dove si prostituivano transessuali e uomini. Questa mattina le forze dell’ordine hanno sequestrato la struttura nel centro di Napoli e arrestato tre persone. Si tratta di un’inchiesta, durata un anno coordinata dal procuratore aggiunto Luigi Frunzio, che ha portato alla chiusura del cinema Argo a piazza Garibaldi. In carcere sono finiti un uomo, che era il gestore della struttura, e due donne una di 51 e l’altra di 41 anni. Le accuse sono di sfruttamento della prostituzione. La Procura di Napoli ha scoperto che all’interno del locale a tre piani c’erano delle cabine private dove si consumavano rapporti sessuali. Sequestrati anche dvd hard e centinaia di preservativi.
Le indagini che hanno portato al sequestro del cinema, ex Teatro Orfeo, dove nacque l’attrice Pupella Maggio e recitò tra gli altri Totò, sono state avviate circa un anno fa. Servizi di appostamento e di raccolta di informazioni hanno accertato che nei servizi igienici o nelle ‘cabine’ della sala cinematografica si svolgevano incontri sessuali, nei quali erano coinvolti anche minorenni, sia stranieri che italiani. Sesso a pagamento, consentito dal gestore della struttura, il cinquantasettenne A. L., napoletano, arrestato su richiesta del pm Immacolata Sica, provvedimento emesso dal gip del tribunale di Napoli, Umberto Lucarelli, e che ora deve rispondere del reato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Arrestate anche le due cassiere, R.A., 51 anni, e G.A., 41 anni, ora ai domiciliari. L’operazione è stata eseguita dagli agenti della Unità operativa “Tutela emergenze sociali e minori” della polizia municipale, coordinata dal capitano Sabina Pagnano. Gli incontri di sesso a pagamento iniziavano fuori alla sala cinematografica, poi, venivano consumati all’interno della struttura che aveva tre piani e ampie sale comuni per i “preliminari”. Nel corso di appostamenti nei primi mesi di questo anno furono sorprese e arrestate due persone, di cui una risultò essere un prete per il quale ci fu il provvedimento di sospensione a divinis da parte del vescovo di Cosenza, trovate a contrattare una prestazione sessuale con due ragazzini rom, uno di 11 e l’altro di 16 anni. Le indagini proseguono.
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