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Nessuna indifferenza al grido di dolore

L’associazione culturale “Ars Enotria”, che promuove le arti, mantiene viva la memoria storica del nostro grande passato e favorisce l’incontro tra i popoli, non è insensibile né indifferente al gr…

Pubblicato il: 04/05/2015 – 21:17

L’associazione culturale “Ars Enotria”, che promuove le arti, mantiene viva la memoria storica del nostro grande passato e favorisce l’incontro tra i popoli, non è insensibile né indifferente al grido di dolore e di orrore che si leva da tante parti del mondo. Pertanto, vuole far sentire la sua voce, che si unisce a quella di tanti enti, associazioni, persone singole che ogni giorno si battono per creare un mondo migliore. E er questo si rivolge alle istituzioni.
Irritazione e delusione, indignazione e rabbia c’inducono a rivolgerci a chi ha il potere per intervenire con maggiore responsabilità, consapevolezza e con grande apertura di cuore. Violenze e uccisioni, stermini di massa, follia di distruzione si ripetono da sempre nelle varie epoche e dovunque nel mondo.
Nell’ultimo secolo appena trascorso genocidi perpetrati dal nazismo, dallo stalinismo e altri ancora.
Nel III millennio, appena iniziato, continuiamo ad assistere a massacri inauditi che avvengono per terra, per mare e in cielo. Ogni giorno una strage. 
Sulle carrette dell’orrore speranze e disperazione: centinaia e migliaia di esseri umani trovano la morte nel mare, dopo essere fuggiti da situazioni drammatiche, da soprusi e da guerre che si combattono nelle loro terre. Solo per pochi si avvera il sogno di una vita decente e decorosa, per tutti gli altri, che sono migliaia e che nel corso degli anni saranno sempre di più, che avvenire si prospetta?
E’ un tempo in cui si può morire anche per la follia esplosiva di singoli individui. Perfino nelle aule di giustizia, chiamate ad essere lo spazio dell’equilibrio e della consapevolezza dei conflitti, c’è chi vuole far vincere la propria pretesa di giustizia con la violenza e con le armi.
Sono momenti sconvolgenti. Si tratta di disagio, esasperazione, follia determinati, soprattutto, dalla deriva dei valori irrinunciabili della società. Sotto tanti aspetti si stanno effettuando crimini contro l’umanità. Il pianeta brucia, si stanno esaurendo pian piano le risorse vitali per l’uomo per mancanza di responsabilità sociale di tutti o molto spesso a causa della sete di ricchezza di molti.
L’inquinamento a tutti i livelli è causa di morte ed aumentano sempre più le famiglie decimate dal cancro. Il pensiero va ai giovani che non hanno lavoro, il bene che dà dignità alla persona. E la mafia prolifica, anch’essa divenuta un cancro sociale.
Consapevoli della gravità del momento, noi di Ars Enotria non riusciamo a sottrarci a sentimenti di profondo sgomento, di dolore, di paura.
Circa il dramma degli immigrati e le notizie raccapriccianti di ogni giorno, la Calabria, che è in prima linea fra le regioni europee ad affrontarne il problema, da terra d’emigrazione è anche terra di approdo e di accoglienza, per quanti perseguitati e disperati, sono costretti a fuggire dai loro paesi per trovare una speranza, un rifugio e un futuro altrove. Problemi enormi che persistono nel tempo, che non possono essere affrontati solo dalla Calabria e dall’Italia, ma dall’Europa e dai potenti della terra. Problemi che vanno affrontati alla radice, per cui diciamo: no alle guerre, che siano attuate politiche concrete verso i paesi di provenienza, affinché tutti abbiano un lavoro nella propria terra.
In particolare chiediamo alle Istituzioni regionali, nazionali, sovranazionali che sia efficacemente condotta la lotta a corruzione, mafia e terrorismo internazionale, che la politica a tutti i livelli si faccia concretamente vicina alle persone, ne colga le esigenze e i bisogni, risvegliando la fiducia e le forze vive del Paese con attenzione ai giovani, al lavoro, alla famiglia e al dramma dell’immigrazione.
L’occasione delle suesposte riflessioni e richieste ci è data perché il 14 maggio 2015, da un luogo prestigioso, qual è il teatro Alfonso Rendano, di tradizione, della città di Cosenza, a ben ragione denominata dal XVI secolo Atene della Calabria, le associazioni culturali “Soromptimist” e “Ars Enotria” presenteranno alla collettività “Campo verde notte” libro di Rocco Giuseppe Greco, che ha dedicato la sua vita all’educazione e alla formazione di tante giovani generazioni prima come docente, poi da preside. In tal modo si fa memoria di come si viveva nel campo di concentramento di Ferramonti, in provincia di Cosenza, che è entrato nella storia e non come campo di sterminio.
Grazie all’umanità di chi lo dirigeva, lì, durante quell’orrendo periodo della seconda guerra mondiale, si sopravviveva decentemente, ma vi era pur sempre la limitazione della libertà, diritto primario, bene supremo inalienabile. La storia ci insegni a saper realizzare individualmente e collettivamente i valori universali, che l’Europa unita ci aiuti a sentirci davvero europei e che dalle alte sfere non si agisca solo per finalità economiche, che vi siano cooperazione e sinergie fra i centri di potere globale. 

 

*presidente associazione “Ars Enotria”

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