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Delitto Lanzino, in arrivo la sentenza

COSENZA La Corte d’assise di Cosenza, presieduta dal giudice Maria Antonia Gallo, si è appena ritirata in camera di consiglio per decidere in merito alla sentenza del processo sulla morte di Robert…

Pubblicato il: 06/05/2015 – 10:49
Delitto Lanzino, in arrivo la sentenza

COSENZA La Corte d’assise di Cosenza, presieduta dal giudice Maria Antonia Gallo, si è appena ritirata in camera di consiglio per decidere in merito alla sentenza del processo sulla morte di Roberta Lanzino. Per il delitto della studentessa di Rende, violentata e uccisa il 26 luglio del 1988, sono imputati Franco Sansone e Luigi Carbone, quest’ultimo ritenuto vittima di lupara bianca. Infatti, per l’assassinio di Carbone sono imputati Franco Sansone, il padre Alfredo e il fratello Remo. Per l’accusa, Carbone sarebbe stato ucciso perché voleva rivelare quello che sapeva sull’omicidio Lanzino e su altri delitti avvenuti in quel periodo e che coinvolgevano i Carbone.

Questa mattina, prima del ritiro in camera di consiglio, è toccato all’avvocato Armando Veneto, difensore di Alfredo Sansone, fare la sua ultima arringa. «Non esiste alcun re della montagna», ha ribadito, più volte, l’avvocato Veneto, che ha sottolineato come non esista alcuna responsabilità di Alfredo nel delitto Carbone e men che meno di Franco nel delitto Lanzino.
Dopo l’avvocato Veneto, c’è stata la replica del pm della Procura di Paola, Sonia Nuzzo (che rappresenta la pubblica accusa assieme alla collega Maria Camodeca):
«Noi facciamo i magistrati e siamo chiamati a valutare gli elementi del processo e proprio per questo abbiamo valutato l’assoluzione per omicidio Lanzino e la richiesta di condanna per quello di Luigi Carbone. Nel delitto Lanzino non abbiamo trovato una prova ma questo dato non può sminuire l’altro capo di imputazione». Determinante in fase dibattimentale il ritrovamento del Dna isolato dal Ris di Messina su un campione di terriccio, trovato sotto il corpo di Roberta nel terreno di Falconara Albanese in cui è stato ritrovato il cadavere. Dalle verifiche effettuate il Dna non appartiene né a Franco Sansone né a Carbone, le cui analisi sono state eseguite sui familiari.
La sentenza è prevista dopo le 17. Non attenderanno la sentenza in aula i genitori di Roberta, che non hanno mai perso un’udienza del processo, ma in queste ultime fasi delicate della vicenda giudiziaria hanno deciso rimanere lontani dal palazzo di giustizia e dai riflettori. In aula, una delegazione di Libera Cosenza assieme al prete antimafia don Tommaso Scicchitano.

mi. mo.

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