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Quando il gioco si fa duro… meglio essere mielosi

Così il sanguigno “Lupo” di San Giovanni in Fiore, davanti a Vittorio Sgarbi che gli vomita addosso il meglio del suo repertorio di insulti, evita di incazzarsi come fa con i (pochissimi) reprobi l…

Pubblicato il: 08/05/2015 – 11:35
Quando il gioco si fa duro… meglio essere mielosi

Così il sanguigno “Lupo” di San Giovanni in Fiore, davanti a Vittorio Sgarbi che gli vomita addosso il meglio del suo repertorio di insulti, evita di incazzarsi come fa con i (pochissimi) reprobi locali; si astiene dall’aizzargli contro panettoni che si credono mastini dell’informazione e usa toni che farebbero apparire il ragionier Fantozzi una specie di Rambo: «Ci dispiace che un uomo di cultura come lui non si renda conto che, così facendo, rischia di buttare, insieme all’acqua sporca, anche il bambino e di screditare una regione che sta facendo grandi sforzi per trasformare in opportunità le proprie criticità».

E per evitare che anche queste parole possano sembrare eccessive all’iroso Vittorio Sgarbi, ecco una seconda lisciata: «Lo dico senza rancore o polemica, anche perché ho avuto modo di conoscere Sgarbi nel corso della comune esperienza parlamentare e di apprezzarne le qualità e la vivacità culturale, ma anche le qualità umane. Lui è fatto così: si innamora delle sue idee e quando, come è avvenuto per i Bronzi di Riace, queste vengono contrastate, si lascia andare in valutazioni e giudizi sommari».
Bingo. La descrizione che Oliverio fa di Sgarbi tratteggia perfettamente la propria autobiografia.
Verrebbe da chiedere a Franco Iacucci di intercedere, ancora una volta, a nostro favore con Gaetano Pignanelli perché insieme facciano presente a Oliverio che, lecca lecca a parte, è grave dare nelle mani di un polemista di talento come Sgarbi un’arma terribile come fa il governatore quando dice che, sotto la sua guida, la Calabria farà «grandi sforzi per trasformare in opportunità le proprie criticità».
Insomma, a Sgarbi che paragona la “Piazzetta” allestita dalla Regione Calabria all’interno di Expo a una sala d’attesa della mutua e sentenzia che «mentre la Sicilia presenta una straordinaria testimonianza della sua storia, c’è la Calabria, lì davanti, con delle orripilanti immagini, più o meno proiettate. Quel padiglione lì sarà costato 200-300 mila euro. I bronzi di Riace non sono lì perchè non abbiamo uno Stato», noi reagiamo con l’impegno di trasformare «le criticità in opportunità».

 

Pa. Po.

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