Avere un tesoro inestimabile e non riuscire a valorizzarlo. E’ il prezzo che la Calabria paga. Non si sa bene perché o per colpa di chi. E’ facile dire che si parla solo delle cose negative della nostra regione invece di promuovere quelle positive. Però, spesso, non viene “offerta” la possibilità di raccontare o semplicemente di osservare il bello che la terra di Calabria ha. Capita, infatti, che il primo maggio – quando nel resto di Italia si possono visitare musei o mostre gratuitamente – il museo di Ferramonti, a Tarsia, è chiuso. Quel campo di internamento è stato uno dei più importanti (in termini di consistenza numerica), tra i numerosi luoghi di internamento per ebrei, stranieri nemici e slavi, aperti dal regime fascista tra il giugno e il settembre del 1940, all’indomani dell’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale. Il campo fu liberato dagli inglesi nel settembre del 1943, ma molti ex internati rimasero lì anche negli anni successivi e il campo di Ferramonti fu ufficialmente chiuso l’11 dicembre del 1945. Conseguentemente, dal punto di vista cronologico degli eventi della seconda guerra mondiale, Ferramonti ha già un suo peculiare primato: fu in assoluto il primo campo di concentramento per ebrei a essere liberato e anche l’ultimo a essere formalmente chiuso. Però per vedere quello che è stato possibile conservare bisogna prenotare. Così c’è scritto su un foglietto attaccato al cancello del museo. Proseguendo, poi, per San Marco Argentano si è attratti anche lì dalla storia. Ma, se dopo aver visitato la Cattedrale e le sue cripte, venisse voglia – in un giorno di festa (il primo maggio sempre) da dedicare alla cultura – di visitare la Torre Normanna, è meglio invece cambiare itinerario. Chiusa anche questa. La Torre (detta di Drogone) è una rara testimonianza del primo insediamento normanno in Calabria. Fatta innalzare da Roberto il Guiscardo nel 1048 sulle rovine di un’antica fortificazione romana, è contraddistinta da un enorme tronco di cono detto rivellino o motta alto 18 metri (la motta è peraltro la struttura peculiare dei castelli normanni). La fortezza, che si eleva per un’altezza di ventidue metri, ha un diametro di tredici metri e mezzo ed è suddivisa in cinque piani ad ambienti circolari. Chiuso anche il museo di arta sacra, a San Marco. E’ vero che, solitamente, nei giorni di festa sono aperti i musei pubblici. E in Calabria nemmeno quelli. Ma non sarebbe meglio tenere aperti pure quelli privati nei giorni di festa e far lavorare tanti giovani calabresi, che invece sono a spasso o costretti a fare la valigia? Altrimenti capita – come è successo un anno fa a Sibari, sempre il primo maggio – che un custode, dedito al pascolo del bestiame e all’agricoltura, sia “costretto” a trasformarsi in guida e accompagnare i turisti – persino stranieri – tra gli scavi degli antichi insediamenti.
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