COSENZA I carabinieri del reparto operativo di Cosenza hanno eseguito 12 fermi (una persona è sfuggita alla cattura) emessi dalla Dda di Catanzaro nei confronti di esponenti di spicco della ‘ndrangheta accusati di associazione mafiosa, estorsione, associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga e detenzione e porto illegali di armi. La cosca sgominata è quella dei “Rango-Zingari”, attiva nelle estorsioni e che monopolizzava il traffico di droga. I fermati erano subentrati ad altri affiliati arrestati nei mesi scorsi.
I provvedimenti di fermo sono stati emessi sulla scorta delle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo di Cosenza e coordinate dal procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, dai procuratori aggiunti Vincenzo Luberto e Giovanni Bombardieri e dai sostituti procuratori Pier Paolo Bruni e Antonio Tridico. L’attività investigativa, riferiscono i carabinieri, ha consentito di delineare gli assetti della cosca di ‘ndrangheta Rango-Zingari e la sua rapida capacità di rigenerarsi nel momento in cui i suoi elementi di vertice sono stati colpiti da misure cautelari a seguito anche di recenti operazioni condotte dall’Arma. Secondo quanto è emerso dalle indagini, l’attività del gruppo criminale, grazie alla disponibilità di armi, era finalizzata allo sfruttamento delle ricchezze del territorio mediante la sistematica perpetrazione di estorsioni ai danni di imprenditori e la gestione in regime di assoluto monopolio del traffico di sostanze stupefacenti nell’area in cui esercita la sua influenza. Nell’ambito della stessa inchiesta risultano indagate altre cinque persone nei confronti delle quali non sono stati emessi i provvedimenti di fermo perchè già detenute.
Tra i fermati figurano un imprenditore accusato di avere svolto il ruolo di referente della cosca nel settore edilizio, alcune persone già tratte in arresto con l’accusa di avere compiuto atti intimidatori ai danni di amministratori comunali di Marano Marchesato (Cosenza) e Domenico Mignolo già destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare per l’attentato all’amministrazione comunale di Marano Marchesato e indagato per l’omicidio di Antonio Taranto, il giovane assassinato nei mesi scorsi in via Popilia a Cosenza.
In particolare, è stata scoperta l’intenzione da parte degli indagati, accennata da elementi della cosca e di cui i carabinieri hanno appreso attraverso un’intercettazione ambientale, di perpetrare un attentato ai danni di una caserma dell’Arma di Cosenza. I provvedimenti di fermo, inoltre, si sono resi necessari per interrompere le condotte criminali in atto nei confronti degli imprenditori vittime delle estorsioni ed oggetto di minacce.
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