Si è stretto un piccolo mondo attorno a Gabriele, il bambino disabile di 10 anni del Morelli di Trenta, in provincia di Cosenza, che ha rischiato di vedere sfumare la gita dell’ultimo anno delle elementari a causa della mancanza di un pullman attrezzato che potesse venire incontro alle sue esigenze. Una meta piuttosto vicina ma ambita per i piccoli cosentini, che a Lecce avrebbero potuto concludere in maniera conviviale il primo ciclo di studi. I 35 studenti, però, al divertimento hanno anteposto l’amicizia per Gabriele, rinunciando in blocco a quel viaggio che al loro amico – per cause di forza maggiore ma non certo insormontabili – veniva in quel momento negato. Un grande esempio di solidarietà che viene dai più piccoli, da cui i grandi – spesso “piccoli” – dovrebbero prendere esempio.
Certo è che che se dai 35 studenti non fosse arrivato il gesto nobile, di Gabriele non ne avremmo mai saputo nulla. La sua sarebbe stata l’ennesima ingiustizia che grava sulle spalle dei disabili che, anno 2015, si ritrovano ancora senza diritti. Le barriere architettoniche, per loro, non sono semplici elementi strutturali, ma limiti invalicabili, perché da chi questi limiti dovrebbe rimuoverli – le istituzioni – non giunge quasi mai l’attenzione che serve. Manca, in altre parole, la volontà di accordare ai diversamente abili un’esistenza tale e quale a quella degli altri, e dunque costruire pensando a tutti senza fare figli e figliastri, e modificare quello che già c’è in base alle esigenze di tutti. Il discorso si può estendere, purtroppo, anche agli altri tipi di disabilità, verso cui si è sempre troppo distanti. E anche questo è uno dei tanti metri con cui si può misurare la civiltà.
Un’effetto domino si è invece sviluppato alle spalle del bimbo fortunato, ma tanti sono i casi che rimangono ogni giorno nell’ombra: Luca Faccio, giovane di Bassano del Grappa, ha lanciato una petizione che in poco tempo ha superato le 10mila adesioni e poi, finalmente, si è svegliata anche la politica. Il presidente della Provincia di Cosenza Occhiuto e il governatore Oliverio, grazie al deflagrare del caso mediatico, si sono accorti che (sorpresa!) in Calabria esistono bambini disabili che per le loro gite avrebbero bisogno di autobus a norma, e hanno pensato di destinare un bus non di linea per permettere ai 36 bambini di portare a casa la loro gita. Allo scoppiare di un secondo caso, forse, ci si ricorderà anche che, oltre a Gabriele, per i pendolari e disabili calabresi, il problema rimane spesso invariato, soprattutto a causa della vetustà dei mezzi. Prima no, meglio aspettare: finché qualcuno non si accorge dei tanti Gabriele e delle loro – quelle sì – urgenze, possiamo stare comodi.
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