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Il monopolio del clan sul traffico di droga

COSENZA La cosca Rango-Zingari ha il monopolio del traffico di droga nel Cosentino. Il singolo pusher non si può muovere – hanno spiegato gli inquirenti durante la conferenza stampa dell’operazione…

Pubblicato il: 12/05/2015 – 17:42
Il monopolio del clan sul traffico di droga

COSENZA La cosca Rango-Zingari ha il monopolio del traffico di droga nel Cosentino. Il singolo pusher non si può muovere – hanno spiegato gli inquirenti durante la conferenza stampa dell’operazione “Doomsday – senza il consenso del clan. Come funziona la gestione dello spaccio lo ha spiegato bene il collaboratore di giustizia Adolfo Foggetti, in un interrogatorio reso lo scorso marzo e finito nelle carte dell’inchiesta che ha portato al fermo di 12 persone della ‘ndrangheta di Cosenza.

Domenico Mignolo e Antonio Intrieri – scrivono gli inquirenti – sono i referenti per lo spaccio di stupefacente, cioè cocaina, marijuana e hashish nella zona di Marano Marchesato (Cs). In realtà Antonio Intrieri, in passato e prima di entrare a far parte del sodalizio di ‘ndrangheta Rango-Zingari gestiva lo stupefacente per conto proprio. Tuttavia, successivamente Intrieri anche per l’acquisito vincolo di parentela con Domenico Mignolo (ha sposato la figlia di Intrieri, ndr), già faceva parte dell’associazione, entrava a pieno titolo nelle fila del sodalizio, rivestendo, quindi, anche il ruolo di referente del narcotraffico nell’area periferica di Cosenza. «Avevamo saputo – spiega Foggetti – che Intrieri non sempre adempiva al suo dovere di acquistare la cocaina dal nostro gruppo di ‘ndrangheta ma a volte si era rifornito da canali diversi disattendendo quella che era una regola a Cosenza e cioè che chiunque volesse vendere cocaina la doveva comprare da noi zingari e dagli italiani. Quindi a fronte di un primo periodo in cui Intrieri si riforniva e rivendeva autonomamente la cocaina, successivamente egli si servì in via esclusiva da noi. A fronte di questo primo momento, successivamente Antonio Intrieri divenne proprio uno di noi e quindi facente parte del gruppo di ‘ndrangheta anche per effetto dei suoi rapporti di affinità con Domenico Mignolo, che era ed è un vero e proprio affiliato alla cosca Rango-Zingari. Pertanto sia Mignolo che Intrieri erano diventati i nostri referenti nel traffico di cocaina nella zona di Marano Marchesato. Mignolo acquistava anche da noi hashish e marijuana».
Domenico Mignolo – già condannato per gli attentati agli amministratori comunali di Marano Marchesato e indagato per l’omicidio di Antonio Taranto, il giovane assassinato a via Popilia, a Cosenza – avrebbe avuto “rapporti”, legati allo smistamento dello stupefacente, con gli esponenti dell’associazione, cioè Maurizio Rango, Ettore Sottile e Stefano Carolei (quest’ultimo oggi è sfuggito al blitz).
«Rappresento – aggiunge Foggetti – che Mignolo aveva rapporti molto stretti oltre che con me e con Maurizio Rango, anche con Ettore Sottile, che tutti quanti noi ivi compresi Mignolo indicavamo col vezzeggiativo Ettaruzzo, con Stefano Carolei».
Secondo le indagini Sottile, detto “Ettaruzzo”, in seno all’associazione finalizzata al narcotraffico, era individuato «quale detentore dello stupefacente di tipo cocaina in grossa quantità, approvvigionata dai capi della cosca, e quindi da Sottile distribuito ai vari referenti di zona, quali Intrieri e Mignolo».
Ecco cosa dice a tale proposito Foggetti: «Rappresento che Ettore Sottile era il soggetto che deteneva lo stupefacente del tipo cocaina per conto della nostra cosca, pertanto allorquandoqualche referente della nostra cosca nelle varie zone si doveva approvvigionare, o io o gli altri capi della cosca, lo inviavamo da Ettore Sottile».
Stefano Carolei, alla stessa stregua di Sottile avrebbe gestito lo smercio di hashish e marijuana in grande quantità, da poi distribuire ai referenti. «Lo stesso – spiega ancora Foggetti – avveniva allorché il rifornitore all’ingrosso si doveva rifornire di sostanza stupefacente del tipo hashish e marijuana, veniva inviato dal nostro tenutario dello stupefacente, vale a dire Stefano Carolei». Carolei – affermano gli inquirenti – era diventato organico alla cosca Rango-Zingari dopo alcuni atti intimidatori perpetrati a suo danno dallo stesso gruppo. «Stefano Carolei – conclude Adolfo Foggetti – è diventato organico a noi dopo che io, Maurizio Rango, Daniele Lamanna ed Ettore Sottile abbiamo inviato dei nostri emissari di cui non ricordo il nome a fargli un danneggiamento».

 

mi.mo. 

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