CATANZARO «La sentenza assolutoria di oggi non potrà lenire le angosce e le sofferenze fino a oggi patite per una normale vicenda che improvvisamente, e invero inspiegabilmente, è stata considerata patologica per cause ancora a me ignote». Lo afferma in una nota l’imprenditore Giuseppe Gatto circa la sentenza relativa alla vicenda per il Parco Commerciale Romani. «La richiesta – aggiunge – di condanna più alta, fatta soltanto nei miei riguardi, a cinque anni di reclusione, sul presupposto che sarei stato responsabile di tutti i reati che mi erano stati contestati, ha rappresentato un momento di grande tensione e sconforto per me e per i miei familiari. L’assoluzione di oggi, pronunciata per tutti i reati (voglio sottolineare che per quello più infamante, la formula dell’assoluzione è stata per insussistenza del fatto), mi rifà avere fiducia e mi dà la carica per andare avanti».
«Nessun trionfalismo, quindi, ma solo paziente attesa – prosegue Gatto – per conoscere le ragioni su cui si fonda il giudizio di responsabilità per una fattispecie (che mi permetto definire) reliquata, ma che, seppur con grande rispetto per tutti, sono convinto sia (anch’essa) insussistente».
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