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Statuto, Fi vuole il referendum

REGGIO CALABRIA La possibilità adesso è concreta: Oliverio potrebbe continuare a governare con la sua “mini-giunta” ancora per molto tempo. O, in alternativa, procedere alla nomina dei tre assessor…

Pubblicato il: 13/05/2015 – 16:18
Statuto, Fi vuole il referendum

REGGIO CALABRIA La possibilità adesso è concreta: Oliverio potrebbe continuare a governare con la sua “mini-giunta” ancora per molto tempo. O, in alternativa, procedere alla nomina dei tre assessori mancanti sulla scorta delle prescrizioni del vecchio Statuto regionale. Già, perché a Forza Italia la nuova “Magna Charta” varata – su precisa disposizione del governatore – dalla maggioranza di centrosinistra non piace affatto. E ora si appresta a seguire l’iter per l’indizione di un referendum popolare centrato proprio sulle modifiche alla costituzione regionale. Oggi il coordinamento regionale del partito azzurro, con un documento ufficiale, ha chiesto ai suoi consiglieri eletti di sottoscrivere la richiesta per il referendum popolare che sarà redatta dal partito. A Palazzo Campanella Fi schiera tre rappresentanti (Alessandro Nicolò, Nazzareno Salerno ed Ennio Morrone), insufficienti per far partire l’iter della consultazione popolare. Secondo lo Statuto, il referendum può essere avviato su domanda di un quinto dei consiglieri regionale, cioè sei. È ovvio che la coordinatrice Jole Santelli e i suoi vice – Nino Foti, Wanda Ferro, Pino Galati e Roberto Occhiuto – contano di raccogliere altre adesioni dai consiglieri eletti tra le fila del centrodestra. In particolare quelle dei due ex Fi, dopo i dissidi interni transitati nel gruppo Misto, Mimmo Tallini e Fausto Orsomarso. Ma a dare il loro imprimatur potrebbero essere anche i tre esponenti della Casa delle libertà, Francesco Cannizzaro, Giuseppe Graziano e Giuseppe Mangialavori. Bastano solo tre “sì”, poi il referendum diventerebbe certezza. Con esiti imprevedibili.

 

LO STATUTO
Il nuovo Statuto è stato varato in seconda lettura – con i voti contrari di Cdl e Misto e con i consiglieri di Fi usciti dall’aula – il 30 marzo scorso. Le novità sono diverse: gli assessori saranno sette e non più sei e potranno, eventualmente, essere anche tutti esterni, cioè non eletti in Consiglio. È stata inoltre introdotta la figura del “consigliere delegato”, che dovrebbe occuparsi di materie specifiche e partecipare alle riunioni dell’esecutivo, pur senza diritto di voto.
Ma la Costituzione “revisionata” potrà essere effettiva una volta trascorsi 90 giorni dalla sua approvazione definitiva in aula. Un lasso di tempo concesso proprio per dare la possibilità a 40mila elettori o, come in questo caso, a un quinto dei consiglieri di richiedere un referendum popolare sulle modifiche.

 

LA POSIZIONE DI FI
Nel documento diffuso oggi, i vertici di Fi spiegano i motivi della scelta. «Il coordinamento regionale di Forza Italia – scrivono Santelli, Foti, Ferro, Galati e Occhiuto – ritiene indispensabile una risposta politica ferma alla situazione di paralisi determinatasi in Regione. I vincitori appaiono più interessati ai loro problemi che a quelli dei cittadini. Simbolo di ciò, la revisione dello Statuto regionale, strumento volto ad allargare le maglie tanto da comporre qualche dissidio attraverso la possibilità di nuove nomine e accordi. Ciò è inaccettabile politicamente, ma consentendolo la legge è giusto che a esprimere il proprio giudizio siano i calabresi. Pertanto, i coordinatori regionali chiedono ai consiglieri eletti nelle proprie liste di sottoscrivere il documento per la richiesta del referendum che sarà redatto dal partito».

 

COSA SUCCEDE
Dovesse andare a buon fine il tentativo degli azzurri, Oliverio si ritroverebbe in una situazione di stallo. E con una decisione da prendere: mantenere invariato l’attuale assetto del suo esecutivo (composto dagli assessori Ciconte, De Gaetano e Guccione) fino agli esiti del referendum oppure procedere con un allargamento della giunta secondo i dettami del vecchio Statuto.
In fondo, una questione di lana caprina, se vista dalla prospettiva dei calabresi. Per i quali avere sette assessori invece di sei o sapere che possono essere tutti esterni non sembra essere una faccenda in grado di giustificare l’impasse di un governo regionale. Che si è insediato ormai cinque mesi fa.

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it 

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