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ANDROMEDA | In manette proprietario dei "Due Mari" di Lamezia Terme

LAMEZIA TERME La città di Lamezia Terme divisa per spartirsi i proventi del racket, grazie a summit mafiosi che avrebbero coinvolto la cosca Iannazzo e quella dei Giampà. Mentre per contrastare i r…

Pubblicato il: 14/05/2015 – 6:55
ANDROMEDA | In manette proprietario dei "Due Mari" di Lamezia Terme

LAMEZIA TERME La città di Lamezia Terme divisa per spartirsi i proventi del racket, grazie a summit mafiosi che avrebbero coinvolto la cosca Iannazzo e quella dei Giampà. Mentre per contrastare i rivali e rimettere in sesto gli equilibri, non rimaneva che uccidere gli avversari, anche in modo eclatante. Sono questi alcuni dei particolari che emergono dall’operazione “Andromeda” portata a termine dalla Polizia di Stato e coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Sono 36 le persone arrestate, tutte ritenute legate ai clan Iannazzo e Cannizzaro-Daponte, attive nel comprensorio di Lamezia Terme. In manette è finito anche un noto imprenditore del settore della grande distribuzione alimentare ritenuto organico del clan mafioso. Si tratta di Franco Perri, proprietario del centro commerciale “Due Mari” di Lamezia Terme e dirigente di primo piano della Vigor Lamezia. Secondo le accuse, Perri sarebbe diventato organico alla cosca.
Il 10 marzo 2003 all’uomo fu ucciso il padre, Antonio. L’attività investigativa ha fatto emergere poi lo stretto collegamento dell’imprenditore Franco Perri con la cosca Iannazzo alla quale non ha esitato a chiedere la gambizzazione di suo fratello Marcello per motivi di carattere economico. Le indagini hanno permesso anche di individuare alcuni dei responsabili degli omicidi di Antonio Torcasio, nato il 1971, avvenuto a Lamezia Terme il 23 maggio 2003 all’epoca reggente della cosca Torcasio-Cerra-Gualtieri, nonché quello dell’omicidio di Vincenzo Torcasio, nato 1984 e del ferimento di Vincenzo Curcio, nato il 1980, avvenuto in Falerna il 27 luglio 2003. Le complesse attività investigative condotte dalla Squadra Mobile di Catanzaro hanno potuto contare sulle attività di riscontro delle dichiarazioni di più collaboratori di giustizia, oltre che dall’imponente attivazione di servizi tecnici che hanno permesso di ricostruire anche la vicenda che aveva portato alla sottrazione della bara dell’imprenditore Antonio Perri ucciso nel 2003, da elementi della cosca Torcasio e le vicende connesse con riunioni di ‘ndrangheta che avevano coinvolto anche ‘ndrine della provincia di Reggio Calabria intervenute per mediare la guerra di mafia che si stava scatenando tra i gruppi contrapposti dei Iannazzo con i Torcasio-Gualtieri. All’operazione hanno partecipato circa 400 persone della Polizia di Stato in diverse regioni d’Italia.

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