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ANDROMEDA | Omicidio e champagne

LAMEZIA TERME L’omicidio di Antonio Torcasio, 32 anni, sorvegliato speciale, fece molto scalpore perché il ragazzo venne freddato davanti al commissariato di polizia da due sicari a bordo di un mot…

Pubblicato il: 14/05/2015 – 20:28
ANDROMEDA | Omicidio e champagne

LAMEZIA TERME L’omicidio di Antonio Torcasio, 32 anni, sorvegliato speciale, fece molto scalpore perché il ragazzo venne freddato davanti al commissariato di polizia da due sicari a bordo di un motorino. L’operazione “Andromeda” martedì sera ha colpito anche i due sicari del Torcasio: Gennaro Pulice, che era residente ad Alessandria, e Angelo Anzalone che avrebbero agito su mandato di Vincenzo Torcasio detto “U Giappone” che voleva vendicare la morte dei propri congiunti, il padre Francesco e lo zio Antonio. Dopo l’omicidio, Angelo Anzalone e Gennaro Pulice, alleati alla cosca Iannazzo, si recarono in una nota gioielleria con una bottiglia di champagne perché, avrebbe detto Pulice, bisognava festeggiare perché era stato ucciso Antonio Torcasio detto “il macellaio”. Pulice, riferiscono i testimoni di giustizia agli inquirenti, era stato poi avvisato che all’interno della gioielleria si trovava un parente dei Torcasio che stava facendo dei lavori da elettricista, ma questi continuò con aria sprezzante a festeggiare. Le versioni dei collaboratori Angelo Torcasio, Umberto Egidio Muraca e Giuseppe Giampà coincidono, secondo gli investigatori, nell’indicare i due autori del delitto. In particolare, Angelo Torcasio ha raccontato di avere personalmente assistito ai festeggiamento dei due killer nella gioielleria; Umberto Egidio Muraca ha raccontato quanto gli avrebbe riferito lo stesso mandante, cioè Vincenzo Torcasio il quale avrebbe partecipato attivamente al delitto con un ruolo di “specchietto”, segnalando ai killer il momento in cui Antonio Torcasio usciva di casa per andare in commissariato; infine Giuseppe Giampà ha riferito dettagli appresi da un parente che li avrebbe ascoltati dallo stesso Anzalone. Se le versioni dei collaboratori si intrecciano e convergono l’unica voce fuori dal coro rimane quella del proprietario della gioielleria che, sentito a marzo 2014, afferma di conoscere Anzalone e Pulice ma di non aver mai ricevuto i due “festeggianti” nel suo negozio e di non ricordare cosa fece durante la giornata in cui venne ucciso Antonio Torcasio. Ma la sua voce rimane fuori dal coro.

ale. tru.

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