VIBO VALENTIA Il convegno, organizzato dalla sezione locale del Pd, era incentrato su tematiche di strettissima attualità per chi vive nell’entroterra vibonese. Specie nei piccoli centri montani come Mongiana, infatti, le criticità legate alla disoccupazione, alla sanità, alla precarietà in cui versa da anni la rete viaria, hanno ormai assunto i contorni del dramma sociale. Per questo i dem locali, a partire dal capogruppo dell’opposizione nel consiglio comunale mongianese, Francesco Angilletta, hanno chiamato a discuterne, nei giorni scorsi, diversi esponenti di primo piano del Pd come il consigliere regionale Michele Mirabello, il vicepresidente della Regione Enzo Ciconte e il parlamentare Bruno Censore. Proprio dal deputato serrese, però, nel corso del convegno – moderato dal sindacalista della Cgil Battista Platì – sono arrivate delle bordate destinate a rintuzzare ulteriormente polemiche già aperte in occasione delle elezioni provinciali vibonesi del settembre 2014 e rilanciate a ridosso delle primarie per la scelta del candidato a sindaco del capoluogo. Davanti ai giovani del Pd locale, Censore ha attaccato duramente il presidente della Provincia, Andrea Niglia: «Se non riesce a trovare una soluzione sulla viabilità – ha detto il deputato riferendosi a Niglia – dovrebbe rassegnare le dimissioni». Ma oltre al numero uno di Palazzo ex Enel, nel mirino di Censore è finito anche il prefetto di Vibo, Giovanni Bruno, che secondo il deputato «deve smetterla di partecipare a kermesse perché il territorio ha bisogno di un intervento risolutivo».
Si rinnova dunque lo scontro politico-istituzionale che, dopo le primarie vibonesi e le accuse dello sconfitto Pietro Giamborino – che parlò di «scene da Gomorra» e fu poi convocato dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica –, aveva portato addirittura due deputati del Pd, Ernesto Magorno e Nico Stumpo, ad accusare il prefetto di aver assunto nella vicenda «un ruolo di protagonismo politico inaccettabile».
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