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Vibo fa i conti con gli impresentabili

VIBO VALENTIA La questione sta ormai assumendo contorni che vanno al di là delle fisiologiche polemiche da campagna elettorale. Con buona pace di chi vorrebbe che il dibattito rimanesse nell’alveo …

Pubblicato il: 15/05/2015 – 15:17
Vibo fa i conti con gli impresentabili

VIBO VALENTIA La questione sta ormai assumendo contorni che vanno al di là delle fisiologiche polemiche da campagna elettorale. Con buona pace di chi vorrebbe che il dibattito rimanesse nell’alveo dei programmi e delle idee, infatti, ora a Vibo Valentia l’attenzione si è spostata direttamente sulle persone. In particolare su chi si candida a ricoprire una carica all’interno del prossimo consiglio comunale vibonese pur essendo coinvolto, seppure da semplice indagato, in vicende giudiziarie di varia natura. A sollevare il caso, nei giorni scorsi, un articolo della Gazzetta del Sud in cui venivano ricostruite le vicissitudini giudiziarie di alcuni candidati in lista a sostegno degli schieramenti più quotati, ovvero quelli guidati dall’ex magistrato Elio Costa (a capo di una coalizione civica chiaramente orientata verso centrodestra) e dal notaio Antonio Lo Schiavo (sostenuto da una coalizione di cui fanno parte Pd e Sel). Nelle liste a supporto di Costa, come rilevato dalla Gazzetta, ce n’è una, “Alleanza per Vibo”, che fa riferimento all’Udc di Gaetano Bruni, in cui compaiono due persone che oggi sono in stato di libertà ma che in passato sono finite ai domiciliari perché accusate di concorso in bancarotta fraudolenta nell’ambito delle operazioni “Tunus” e “Dura lex”.
I due, proprio nel corso della presentazione della loro lista, sono stati elegantemente invitati a farsi da parte direttamente da Costa, che ha poi dichiarato che la compagine “Alleanza per Vibo” è stata presentata senza che passasse al suo vaglio, il che ha dato la stura a polemiche e botta e risposta con gli avversari politici, sebbene il caso non riguardi solo la coalizione dell’ex magistrato.
Anche in alcune liste che sostengono il candidato del Pd, infatti, ci sono dei candidati con grane giudiziarie. Un componente della lista “Democratici”, in particolare, è sotto processo per falso materiale e falsità ideologica perché accusato di aver “comprato” alcuni esami universitari, mentre una candidata della compagine “Lo Schiavo sindaco” è coinvolta nell’inchiesta della Procura di Vibo sui presunti concorsi “pilotati” al Parco naturale regionale delle Serre.
E se Libera, dopo aver lanciato la campagna “Viboocchiaperti” sulle liste pulite, ha chiesto nei giorni scorsi ai candidati indagati di fare un passo indietro, oggi si registra anche la dura presa di posizione del segretario regionale del Pd, Ernesto Magorno, che chiama in causa anche il prefetto Giovanni Bruno.
«Non vorrei – si legge in una sua nota – che sulle elezioni comunali di Vibo Valentia passino inosservate, da parte di chi ne deve sorvegliare la regolarità, le gravi notizie che riguardano la questione, assolutamente prioritaria, della “pulizia delle liste”. Ho letto, non senza preoccupazione, le dichiarazioni del candidato sindaco del centrodestra Elio Costa, che praticamente sconfessa e prende le distanze da una delle liste che lo sostengono: “Alleanza per Vibo”. Costa, infatti, sugli intrecci tra malaffare e politica, dice testualmente che la lista “Alleanza per Vibo” sarebbe stata presentata senza che fosse “passata al suo vaglio”, invitando le “persone citate nell’apposito articolo a disinteressarsi di qualsiasi attività politica elettorale a mio favore”. Dichiarazioni di non poco conto – aggiunge Magorno – che sconcertano, innanzitutto, perché evidenziano l’evidente sprovvedutezza del candidato sindaco nel scegliere i suoi compagni di strada. Non da meno le affermazioni di Costa impongono l’attenzione delle autorità competenti. Con il dovuto rispetto istituzionale, rammento che il prefetto di Vibo Valentia, quando si svolsero le primarie del Pd e sulla scorta di mere indiscrezioni giornalistiche, decise di convocare un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, per discutere delle suddette consultazioni politiche. Non vorrei, come detto, che questa volta – conclude Magorno – passino inosservate delle affermazioni così inquietanti che gettano un’ombra sulle elezioni che decideranno chi governerà la città di Vibo».

 

s. pel.

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