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Criminalità a Catanzaro, Bressi: «Una Consulta per l'integrazione»

CATANZARO «Il tema della sicurezza nella città di Catanzaro, così come nell’intero territorio della provincia, continua a registrare momenti di preoccupante recrudescenza. Gli episodi criminal…

Pubblicato il: 16/05/2015 – 16:05
Criminalità a Catanzaro, Bressi: «Una Consulta per l'integrazione»

CATANZARO «Il tema della sicurezza nella città di Catanzaro, così come nell’intero territorio della provincia, continua a registrare momenti di preoccupante recrudescenza. Gli episodi criminali e le operazioni delle forze dell’ordine ci consegnano alcuni dati preoccupanti dei quali la politica, le istituzioni e la società civile non possono sottovalutare. Molto efficace e bella l’iniziativa di qualche settimana addietro organizzata da Libera. Positive le iniziative istituzionali, non ultima la visita del viceministro all’Interno Bubbico. Utile il protocollo sulla video sorveglianza. Insomma, le opere e le azioni emergenziali ci consegnano una predisposizione alla mobilitazione della città e del territorio a ribellarsi alla cultura mafiosa e criminale che fa ben sperare». È quanto afferma Rosario Bressi della segreteria regionale Pd Calabria, che aggiunge: «Tuttavia, la politica non può esimersi dal generare atti, idee, proposte, in cui accanto alla presenza dello Stato e delle necessarie azioni di contrasto che bisogna prevedere, debba tener conto di quali azioni di prevenzione debbano essere promosse. Aspetto, quest’ultimo, che va declinato senza falsi populismi alla Salvini, ma che deve essere capace, al contrario, di inchiodare alle responsabilità un po’ tutti, a cominciare da coloro che istituzionalmente sono deputati ad agire. In questo senso è importante il ruolo che il mondo del terzo settore può assumere in forza delle competenze e delle esperienze acquisite, già brillantemente attuate sul territorio, accumulate nel tempo. Ed è su questo versante che, come io penso, nella città di Catanzaro la necessaria azione di prevenzione si debba intrecciare inesorabilmente con misure forti di integrazione sociale. Non sembri retorico ricordare il grado di degrado sociale che alberga in molti quartieri cittadini, degrado che è direttamente proporzionale al problema dell’integrazione e a quali politiche da mettere in campo che vadano nella direzione di una maggiore presa di coscienza sull’integrazione delle popolazioni rom presenti sul territorio. Questa, se vogliamo parlare di sicurezza, diventa la vera e ineludibile sfida per la politica e per la città. Per questo, diventa centrale dispiegare azioni capaci, con il massiccio coinvolgimento dell’associazionismo e del terzo settore, di elaborare una strategia di possibili interventi di integrazione sociale ed economica. Una visione reale non viziata da retaggi falsamente ideologici che faccia rete tra istituzioni e soggetti attivi o pronti a mettersi in campo con determinazione. È arrivato il tempo, ritengo, dopo la fase di presa di coscienza generale, di una ridefinizione delle azioni, dei programmi, delle idee che bisogna mettere in campo. Per questo credo sia utile organizzare una rete di “sensibilita’” formale che si renda protagonista di aprire e istituzionalizzare il dibattito su questi temi. Penso a forme consultive fra istituzioni e mondo dell’associazionismo che abbiano l’obiettivo di approfondire il fenomeno assumendo la responsabilità di elaborare idee e proposte. In questo senso, il nuovo Statuto della Provincia di Catanzaro, lo statuto dell’area vasta, può essere un valido strumento per chiedere formalmente l’istituzione della Consulta provinciale per l’integrazione. Sarebbe un primo passo importante, a testimonianza della volontà di tenere alta l’attenzione sul disagio sociale e sui fenomeni che di tale disagio sono, purtroppo, la naturale conseguenza».

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