REGGIO CALABRIA Il Centro democratico regionale si dice soddisfatto dei propri risultati elettorali, ma chiede aiuto. Durante il primo congresso regionale del partito, organizzato in consiglio regionale, la richiesta di sostegno da parte di Roma e di considerazione da parte della Regione Calabria, è stato un po’ il minimo comune denominatore di tutti gli interventi, rivolti principalmente a Bruno Tabacci, segretario nazionale e leader del partito, al quale sono state affidate le conclusioni del congresso, per tirare le somme di sei mesi di lavoro del nuovo consiglio regionale e dare un indirizzo al nuovo direttivo regionale del Centro democratico.
d esordire è Maria Pia Porcino, segretaria provinciale di Reggio Calabria, che rimarca il risultato ben più che soddisfacente alle comunali della città, dove Centro democratico ha ottenuto un buon 7%, riuscendo a eleggere tre consiglieri comunali, il vicesindaco Saverio Anghelone, Nicola Paris e Demetrio Martino. Dopo aver espresso pieno sostegno al sindaco Giuseppe Falcomatà, grazie anche ai risultati ottenuti a Roma, arriva la prima stoccata a Oliverio: “Avremmo voluto avviare – ha detto – un tavolo di concertazione sui valori che crediamo di voler portare avanti per il bene della Calabria, come il far riavvicinare le persone alla politica”. Palla al balzo colta da Pino Bova, della direzione nazionale di Centro democratico, che aggiunge: “Dopo sei mesi dalle elezioni regionali il PD non ha sentito il bisogno di convocare tutti i partiti della coalizione”, una convocazione che per Centro democratico sembra essere più che urgente, per il grave disagio che caratterizza la situazione del Mezzogiorno: “Abbiamo avuto la possibilità di riflettere sui dati della politica nazionale – ha detto Bova – ma anche sui nostri progetti di sviluppo regionale e sui dati del disagio sociale che stiamo vivendo a causa della crisi che sta attraversando il nostro Paese. I dati non sono confortanti – ha spiegato – la crisi ha inciso molto sul Mezzogiorno, il 60% della disoccupazione giovanile riguarda il mezzogiorno, il reddito procapite è dimezzato rispetto al nord e l’indice di povertà ha 6 punti in più rispetto al resto della nazione. Bisogna avere il coraggio di dire che per noi è oggi intollerabile una condizione di questo tipo. Non è possibile tollerare che questo Paese ci tratti come figli di un dio minore”.
Una distribuzione dei fondi iniqua, la Calabria avrebbe sempre e comunque un trattamento di serie b rispetto ai programmi nazionali, come evidenziato dal coordinatore provinciale Cdu Mario Mazza, che elenca tutti i settori penalizzati dalle decisioni governative, come viabilità, servizi, sanità e trasporti, che portano la Calabria ad una condizione di isolamento.
Per questo, come puntualizza il vicesindaco Saverio Anghelone, dalla elezione del coordinatore regionale “deve uscire una figura specchio dell’opinione compatta di partito, per riconoscere il nostro elettorato”, una figura che incida di più nelle stanze romane di partito, oggi a quanto pare davvero chiuse alla voce del Centro democratico calabrese: “Le elezioni regionali sono andate male – ha detto il segretario provinciale di Catanzaro Pietro Romeo – colpa forse anche del partito che non ci ha assistito, non abbiamo vinto per una manciata di voti. Ma con la stessa manciata di voti abbiamo dato la possibilità al governo Renzi di essere là seduto, dateci una mano per andare avanti”. Anche Nicola Paris chiede sostegno a Tabacci per “supportare il nostro sindaco, che tutte le settimane va a Roma per ottenere risultati per la nostra città”, mentre Andrea Cuzzocrea, segretario provinciale di Cosenza, chiede di poter dare inizio “a una fase politica di azione e interlocuzione di impegno fattivo sui territori”.
Al termine degli interventi, Pasquale Tripodi è stato eletto segretario regionale, con vicesegretari Antonio Ferrazzo e Pietro Funaro. Tripodi non si esprime di certo per metafore quando deve esprimere una sua opinione sul Partito democratico: “Siamo alleati a livello nazionale del Pd – ha detto – ma siamo critici con il Pd a livello regionale e locale, senza infingimenti. Dopo sei mesi ancora non siamo stati ascoltati, vogliamo capire che tipo di rapporto dobbiamo avere con il Pd calabrese. Dopo la fedeltà che abbiamo dimostrato affinché il centrosinistra potesse avere un risultato così grande in Calabria non abbiamo chiesto prebende o posti di potere, abbiamo chiesto solo la possibilità di poter contribuire con le nostre idee allo sviluppo della Calabria – ha concluso – e questo non ci è stato concesso”.
A concludere l’evento, Bruno Tabacci, che si è complimentato per lo svolgimento dell’assemblea a pochi mesi dalle elezioni regionali, un segnale importante dopo i malumori che si erano registrati all’interno del partito all’indomani del risultato elettorale regionale di sei mesi fa. “Forse abbiamo fatto qualche errore nella composizione delle liste – ha detto Tabacci commentando il risultato – ma è stato un errore che abbiamo pagato”. E sul comportamento del partito non risparmia le critiche: “Il Pd – ha aggiunto – crede solo alla regola dei numeri e non ha una grande attitudine a considerare il valore della politica, della riflessione, della proposta”. Sulla situazione in Regione, Tabacci ha le idee chiare: “Oggi c’è una giunta a metà – ha commentato – e credo che questa regione meritasse che le questioni programmatiche fossero messe al centro dell’attenzione, dalla questione dei fondi comunitari al tema della sanità”.
Tabacci auspica un futuro di maggiore centralità per il suo partito, che definisce “politicamente serio” e degno di poter richiedere maggiore considerazione in seno a un consiglio regionale che deve il proprio risultato vincente anche grazie all’azione del Centro democratico: “Non vogliamo sederci al tavolo di chi ha qualcosa da regalarci – ha sottolineato – vogliamo stare al tavolo perché quella coalizione che ha vinto le elezioni in Calabria ha anche la presenza non di liste civiche più o meno compiacenti ma di liste politiche che hanno rilevanza nazionale, come il Centro democratico”. E conclude lanciando un monito: “Sarebbe bene che tenessero in considerazione il valore delle liste politiche se vogliono andare avanti, mentre se vogliono rompersi la testa alla prima curva sarebbe bene che continuassero a fare come sta facendo oggi Oliverio”.
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