Capita, a volte, che la Calabria e i calabresi vengano citati come esempi positivi. E’ successo a Roberto Napoletano, direttore de “Il Sole 24 Ore”, che – come lui stesso racconta in un editoriale pubblicato oggi – è riuscito a riuscito a ristorarsi e a placare i morsi della fame grazie al “piatto della Calabria”. Qualche sera fa, assieme al figlio e a Claudio Gatti, uno dei suoi invitati ha fatto un giro all’Expo e il suo desiderio era quello di un bel piatto di trofie al pesto ma la ristoratrice li ha messi in guardia: non è più possibile, l’olio della friggitrice non è più giusto.
Si sposta, poi, alle trattorie della Lombardia, del Piemonte e dell’Emilia Romagna ma senza riuscire a mangiare. “Siamo dispiaciuti, ma abbiamo già fatto i conti. La cassa è chiusa”, dice una ragazza. Arrivano poi agli stand della Calabria e della Sardegna, ma senza speranza. Invece, vengono sorpresi dalla risposta: “Tutto aperto, dovete solo ordinare”. Il direttore de “Il Sole” sceglie un “piatto povero” calabrese fatto di pane duro bagnato, olive nere, pomodorini. E rimane stupito della gara tra i ristoratori calabresi e sardi a chi offriva loro più dolci nei loro vassoi. “In una serata afosa milanese – scrive Napoletano – è bastato fare pochi metri, da un marciapiede a un altro, per toccare con mano la testa, il cuore, l’anima, perfino il palato, delle tante Italie, e non perdere la speranza che trovino prima o poi il modo di camminare tutte insieme, unendo le virtù e non i difetti”.
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