CATANZARO Un’attività «spasmodica» quella delle persone fermate nel corso dell’operazione Dirty Soccer. «L’attività dei sodalizi criminali – scrivono gli inquirenti –, nel corso delle indagini, si è mostrata incessante e, ad oggi, in vista della chiusura dei campionati di calcio, è diventata spasmodica, impegnandosi gli indagati ancor di più a mettere a segno frodi sportive pur di realizzare i propri interessi economici illeciti». Ma non è tutto oro quello che luccica. I sodalizi criminali, infatti, possono portare a frizioni molto pericolose e questo è uno dei motivi che hanno spinto gli investigatori a emettere il decreto di fermo.
IL PERICOLO DI SCONTRI ARMATI
Non vi è solo il pericolo di fuga, infatti, a preoccupare chi indaga ma anche «il pericolo di scontri armati». Infatti, «i membri stranieri dell’associazione delinquenziale operante nel campo della Lega Pro – scrivono gli inquirenti – non disdegnano il ricorso alla violenza estorsiva pur di rientrare in possesso del denaro investito nelle frodi sportive imbastite dai sodali facenti capo al gruppo di Mauro Ulizio, direttore generale “di fatto” della Pro Patria, e Massimiliano Carluccio, socio occulto e dirigente “di fatto” del Pro Patria, così come la violenza non è sicuramente sconosciuta alla frangia dell’associazione a delinquere che fa capo allo stesso carluccio ed all’Ulizio». I membri stranieri sono il serbo Uros Milosavljevic, finanziatore di combines, e i suoi accoliti che non disdegnano «di girare armati sul territorio nazionale per ricuotere i propri crediti». D’altro canto Massimiliano Carluccio e Mauro Ulizio, con i loro compari pugliesi, non avrebbero esitato a malmenare e a sequestrare due soggetti, uno dei quali l’albanese Edmond Nerjaku, finanziatore di combines e scommettitore, da cui pretendevano il pagamento di un debito. Pagamento che Nerjaku non riesce a saldare perché non riesce a trovare soldi che gli chiedono. Insomma, dall’una e dall’altra parte la violenza non viene disdegnata pur di recuperare i proventi delle partite truccate. Questo inoltre è considerato un periodo di forti frizioni tra i due gruppi poiché i finanziatori dell’Est accamperebbero pretese estorsive nei confronti di Ulizio e soci, tanto da ricorrere a intimidazioni e minacciare ritorsioni nei confronti di Andrea Ulizio, calciatore nella Pro Pratria, figlio di Mauro e anch’egli indagato. Questa situazione, ritengono gli inquirenti, potrebbe esplodere e portare a episodi di violenza ancora più gravi essendo il debito coi serbi ancora insoluto.
EVITARE LA FUGA
Esiste, poi, secondo gli investigatori, un tangibile pericolo di fuga. Basti pensare al modo di lavorare delle associazioni delinquenziali e al fatto che questi si muovano spesso e viaggino in lungo e in largo per tutta Italia per curare affari che spesso travalicano anche i confini nazionali. Andare e venire dall’Italia è l aloro pratica abituale, soprattutto per Milosavljevic e per Nerjaku che lavorano su “circuiti” internazionali. Molti degli indagati, poi, godono di appoggi logistici all’estero di cui potrebbero approfittare per sottrarsi alla giustizia.
Inoltre, con l’avvicinarsi della chiusura dei campionati si rinvigorisce, secondo gli inquirenti, la pratica delle frodi sportive. «Il calendario dei campionati della Lega nazionale dilettanti e della Lega Pro enumera le ultime settimane di competizione e fa registrare posizioni di classifica, per la maggior parte delle compagini, già definite e consolidate, il che amplia il novero delle possibili occasioni di combines a disposizione degli indagati le cui squadre sono ancora in corsa per raggiungere importanti traguardi di classifica, primo fra tutti Ercole Di Nicola, attuale direttore sportivo de l’Aquila».
ale. tru.
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