CATANZARO Ci sarebbe pure una partita del Crotone al centro delle mire della “cupola” del calcio. Il match di Serie B in questione è Catania-Crotone dello scorso 16 febbraio. Un membro del cartello del “calcio sporco” punta 21mila euro sulla vittoria dei siciliani. Gli andrà male, perché la partita terminerà sul risultato di 1-1. Un risultato inaspettato, dovuto – spiegherà uno degli artefici della tentata combine – al fatto che, all’ultimo momento, erano venuti meno i finanziatori della frode. L’inchiesta “Dirty soccer”, coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Elio Romano, ha determinato l’arresto per frode sportiva e truffa, aggravati dalla modalità mafiosa, di 50 persone. Un’indagine che evidenzia la permeabilità dei principali campionati di calcio alle mire di un’associazione che puntava a pilotare le gare e a lucrarci sopra per mezzo delle scommesse online.
I manovratori occulti della partita del Crotone sarebbero il direttore sportivo de L’Aquila, Ercole Di Nicola, e lo “scommettitore/finanziatore” albanese Edmond Nerjaku. Era lo stesso ds della squadra che milita in Lega Pro a dichiarare di avere il potere di combinare le partite del calcio professionistico, di Serie B ma anche di campionati inferiori.
Sabato 15 febbraio. Di Nicola chiama Nerjaku per dirgli che sta “lavorando” alla partita di Catania, valida per la 26esima giornata di B. Lo scommettitore, però, non si fida, e spiega al ds che l’accordo può avvenire solo dietro precise condizioni: «Ho capito, ma i miei amici vogliono garanzie. Se no è inutile che ci vediamo. Senza garanzie non lavorano». Cinque ore dopo, Nerjaku – incassato l’ok dei suoi “sodali” – chiede a Di Nicola di conoscere il “costo” dell’affare. Il manager de L’Aquila si allarga: 60mila euro per la vittoria del Catania e 100mila per il successo dei casalinghi associato a un numero totale di gol non inferiore a 3. Di Nicola – scrivono gli inquirenti – «si mostrava pronto ad alterare l’incontro tra il Catania e il Crotone in modo da combinare i due risultati, a seconda del finanziamento disponibile». Quello che avviene tra i due è un fitto scambio di sms, nei quali Nerjaku esplicita sempre la sua preoccupazione: le garanzie per i suoi soci. Di Nicola ostenta la solita sicurezza: «Ogni settimana in B ne fanno una…».
I soci dell’albanese sono interessati. Il finanziatore spiega che sono pronti a sborsare 100mila euro: «Non fanno niente senza garanzie. Ti danno 100. Ma se non esce ne vogliono 200. Senza garanzie loro non li interessa niente. Non dipende da me».
LA SCOMMESSA
I due programmano un incontro ad Ancona, ma la stessa sera, memore del buon esito di una precedente combine organizzata da Di Nicola (Livorno-Brescia), Nerjaku decide di scommettere 21mila euro sulla vittoria del Catania, pur non avendo stretto alcun accordo certo con il ds. Una puntata “live” che il faccendiere albanese affida a un suo uomo di fiducia, che gli anticipa anche i soldi della giocata. Il Crotone va via dalla Sicilia con un punto; e Nerjaku rimprovera Di Nicola: «Hai visto ieri sera come è andata – scrive –. Per questo motivo i miei amici non fanno niente senza garanzie». «Guarda – replica Di Nicola – che non è stata fatta… chi cacciava i soldi?».
BARLETTA-CATANZARO
Il Catanzaro doveva perdere contro il Barletta. Di Nicola contava su questa sconfitta. Non solo lui. A quel risultato, poi non andato in porto, puntavano in tanti. Secondo la Dda del capoluogo, sarebbe stato l’allenatore del Barletta, Ninni Corda, grazie all’intermediazione di Di Nicola, a promettere denaro al direttore sportivo del Catanzaro, Armando Ortoli, pur di ottenere il ko delle aquile. Allo stesso tempo il ds del Barletta, Luigi Condò, con l’aiuto del collega della Vigor Lamezia, Fabrizio Maglia, avrebbe offerto al centrocampista del Catanzaro, Domenico Giampà, soldi per far perdere la sua squadra. La gara dello scorso 1 aprile è poi finita 1-1. Ma solo per un motivo: il secco “no” del presidente giallorosso Giuseppe Cosentino dopo che Giampà gli comunica la proposta.
p. bel.
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