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CALCIO SPORCO | Il pm: con la "schedina" non sarebbe successo

CATANZARO Vecchia, cara, «innocente» schedina, dice il pm di Catanzaro Elio Romano. Tocca dunque a un magistrato difendere la lealtà e la correttezza del calcio ed evidenziare la necessità di una r…

Pubblicato il: 19/05/2015 – 13:29
CALCIO SPORCO | Il pm: con la "schedina" non sarebbe successo

CATANZARO Vecchia, cara, «innocente» schedina, dice il pm di Catanzaro Elio Romano. Tocca dunque a un magistrato difendere la lealtà e la correttezza del calcio ed evidenziare la necessità di una riforma dell’intero sistema, ormai corrotto da sempre nuove e più lucrose tecniche di betting. Da quando il sogno di fare 13 è finito nel cassetto dei ricordi, il pallone è cambiato. È diventato, inesorabilmente, più permeabile alle mire di dirigenti e atleti infedeli, molto spesso supportati da vere e proprie organizzazioni criminali che pilotano gare e interi campionati, professionistici o dilettantistici, per realizzare guadagni milionari. La differenza tra il “prima” e l'”oggi” è sottolineata con forza nell’ordinanza di fermo emessa dalla Dda di Catanzaro, che ha portato all’arresto di 50 persone e all’iscrizione nel registro degli indagati di altre 20 persone nell’ambito dell’inchiesta “Dirty soccer”. Secondo il sostituto procuratore del capoluogo, la situazione attuale «è la patologica conseguenza del tramonto della vecchia innocente schedina, soppiantata ormai da scommesse sulle singole partite e addirittura sugli eventi all’interno delle singole partite, sicché diventa molto forte la tentazione per i protagonisti di quel singolo evento, magari scevro da particolari tensioni sportive per mancanza di obiettivi da raggiungere, di lucrare ingenti somme da un risultato sportivo che essi stessi sono in grado di determinare e condizionare».

 

LA POSSIBILE RIFORMA
Ed è così che – di fronte all’inerzia diffusa delle varie istituzioni sportive – la toga si sostituisce ai vertici delle federazioni. E propone una svolta.
Lo stato dell’arte (e del calcio), le recentissime inchieste sul calcioscommesse, impongono – spiega Romano – una riflessione e finanche «una riforma radicale della normativa che regolamenta tali tipologie di scommesse, che hanno finito per inquinare il mondo sportivo a esse collegato».
Attorno alle partite, alle scommesse – online, live, relative al numero di gol o anche alle singole prestazioni dei calciatori – ruotano interessi enormi; e anche in Lega Pro e in Lega dilettanti esiste – come “Dirty soccer” dimostra – un «calcio sommerso» che si è via via «allontanato dallo sport vero e proprio ed è diventato simile alla “Borsa”, in cui le maggiori società calcistiche del campionato professionistico sono quotate».
«Purtroppo, però, dalla Borsa, il calcio ha anche mutuato – continua Romano – «il fenomeno illecito di chi anticipa e vende notizie riservate sullo stato delle società e/o azioni (meglio conosciuto in ambito societario-commerciale come insider trading), solo che in questo caso si anticipano e si vendono, corrompendo i partecipanti all’evento sportivi e in primis i giocatori, i risultati delle partite, spesso associati al numero di gol segnati, realizzando in un solo momento immensi guadagni a scapito dei tifosi, di chi crede realmente nello sport e, sotto un profilo anche economico, degli scommettitori onesti che quotidianamente, attraverso i diversi canali disponibili, effettuano le scommesse sul quel risultato previsto quale normale conseguenza del corretto e leale svolgimento della competizione sportiva».

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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