LOCRI Maria Grazia Laganà, quando in veste di direttore sanitario dell’ospedale di Locri, vistò alcune richieste relativa all’acquisto di presidi sanitari urgenti, non commise alcun reato di falso ideologico e tantomeno tentò di aiutare una truffa ai danni del sistema sanitario. Lo ha stabilito, annullando la precedente sentenza emessa dal Tribunale di Locri, la Corte d’appello di Reggio Calabria cha ha assolto l’ex parlamentare del Pd con ampia formula, «perché il fatto non sussiste».
La sentenza di secondo grado, che rende giustizia alla vedova Fortugno dopo una condanna immeritata che la costrinse a non ricandidarsi al Parlamento, non entra nel merito del residuo reato di concorso in abuso d’ufficio perché lo stesso nelle more del processo è stato prescritto.
In verità, la prescrizione era stata invocata anche dal rappresentante della pubblica accusa, che non è entrato nel merito della condanna inflitta in primo grado a un anno e otto mesi di reclusione. Dal canto suo, però, Maria Grazia Laganà non ha inteso utilizzare quel “paracadute” e si è sottoposta al giudizio dei magistrati d’Appello che hanno ritenuto insussistenti accuse e fatti contestati all’ex parlamentare del Partito democratico.
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