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Anche il sito della Regione Calabria nel mirino degli hacker informatici

ROMA Anche il sito della Regione Calabria è stato preso di mira dall’organizzazione di hacker colpita dalle forze dell’ordine nel tempo ha attaccato i sistemi informatici di importanti istituzioni …

Pubblicato il: 20/05/2015 – 14:47
Anche il sito della Regione Calabria nel mirino degli hacker informatici

ROMA Anche il sito della Regione Calabria è stato preso di mira dall’organizzazione di hacker colpita dalle forze dell’ordine nel tempo ha attaccato i sistemi informatici di importanti istituzioni e infrastrutture critiche quali Corte costituzionale, presidenza del Consiglio, i ministeri dell’Interno, della Giustizia, della Salute, dello Sviluppo economico, la Procura della Repubblica e il Tribunale di Torino (campagna No Tav), la Polizia di Stato, l’Arma dei carabinieri, le Regioni Veneto, Calabria, Piemonte, Equitalia, i sindacati di polizia Coisp e Siulp e della Polizia penitenziaria Sappe ed Osapp, Eni e Enel. Recentemente, poi, il gruppo, che aveva diretto la propria attenzione ai sistemi informatici di Expo 2015 fiancheggiando “virtualmente” i violenti scontri dello scorso 1 maggio e ieri, infine, i soggetti si sono resi responsabili di attacchi ai sistemi della Difesa, pubblicando dati sensibili trafugati dai siti istituzionali di quel Dicastero nell’ambito della campagna Antimilitarist. È di due arrestati e tre denunciati il bilancio dell’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto procuratore Eugenio Albamonte della Procura della Repubblica di Roma e condotta dagli investigatori specializzati del Centro nazionale anticrimine informatico per la Protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic) del Servizio polizia postale e delle comunicazioni. I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti nei confronti di due italiani: un livornese di 31 anni e un 27enne originario della provincia di Sondrio, vere e proprie “star” del mondo underground, noti rispettivamente con i nickname aken e otherwise. Denunciati inoltre un 36enne originario della provincia di Torino (nickname h[a]te) e due giovani originari della provincia di Livorno, un 27enne e un 31enne. A loro carico, nel corso dell’indagine, sono stati acquisiti – sostiene la polizia – «concreti e inequivocabili elementi probatori che hanno permesso di ricostruire un complesso scenario criminale in cui gli indagati erano soliti muoversi per portare a termine ripetuti attacchi informatici ai sistemi di numerose amministrazioni pubbliche ed aziende private, dalle quali venivano illecitamente carpite credenziali di autenticazione (userid e password) e altre informazioni sensibili, successivamente pubblicate sul web, attraverso veri propri canali social noti nell’ambiente».

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