CALCIO SPORCO | Al via le prime richieste di convalida dei fermi

LAMEZIA TERME In tutta Italia stanno partendo le prime richieste di convalida dei fermi nei confronti delle 50 persone che sono state arrestate nel corso dell’operazione “Dirty soccer” perché ritenute, a vario titolo implicate in un giro di partite truccate che inquinavano i campionati di Lega Pro e serie D. I fermi si sono resi necessari dato l’inasprirsi delle frodi sportive, sempre più frequenti con la conclusione dei campionati. Le accuse nei confronti degli indagati sono, a vario titolo, di frode sportiva, truffa e associazione a delinquere. A occuparsi delle convalide dei fermi sono i magistrati delle Procure competenti sui territori di residenza degli arrestati. Da Catanzaro il sostituto procuratore, titolare dell’intera inchiesta, Elio Romano, ha emesso le richieste di convalida nei confronti di Felice Bellini, 39 anni, dirigente e responsabile marketing della società sportiva Vigor Lamezia e di Sebastiano La Ferla, 44 anni, ritenuto dagli inquirenti uomo di fiducia di Bellini. Per quanto riguarda Fabrizio Maglia, 48 anni, direttore sportivo della Vigor Lamezia, il suo interrogatorio è previsto domani mattina a Lamezia Terme davanti al gip Carlo Fontanazza. L’uomo è assistito dall’avvocato Paolo Mascaro, già presidente della Vigor e attualmente candidato a sindaco di Lamezia.
Questa mattina Bellini, 39 anni, è stato ricoverato in ospedale. Non è chiara la ragione, si parla di problemi al cuore e allergia a determinati farmaci. Sempre a Catanzaro la richiesta di convalida del fermo è stata avanzata anche nei confronti di Sebastiano La Ferla, 44 anni, ritenuto dagli inquirenti uomo di fiducia di Bellini. A Cosenza sono stati interrogati dal gip Salvatore Carpino, Francesco Molino, 35 anni, direttore sportivo del Comprensorio Montalto Uffugo, e Antonio Palermo, 48, dirigente della stessa squadra. Entrambi sono stati arrestati ieri nel corso dell’operazione Dirty Soccer che ha visto in manette 50 persone, tra giocatori, presidenti, dirigenti e finanziatori, coinvolti in un grosso giro di frodi sportive. Le accuse contestate agli indagati sono di frode sportiva, truffa e associazione a delinquere. Molino, assistito dall’avvocato Filippo Cinnante ha risposto alle domande del gip dichiarando di non conoscere la maggior parte delle persone con le quali gli viene contestato di avere operato le frodi sportive e di non avere mai ricevuto benefici dalla combine di partite.
Palermo, assistito dall’avvocato Gabriele Volpe, non ha inteso rispondere al giudice ma ha rilasciato dichiarazioni spontanee. Il dirigente del Montalto si è detto estraneo ai fatti contestati e ha specificato che le telefonate registrate tra lui e Mario Moxedano, presidente del Neapolis, si riferivano alla vendita di un giocatore del Montalto che è poi passato nel Neapolis.

L’operazione “Dirty soccer” ha messo in luce un giro di frodi sportive, tese a inquinare le partite di serie D, Lega Pro e Dilettanti, esteso in tutta Italia. L’inchiesta è partitad da Catanzaro e ha preso le mosse dall’operazione “Andromeda” che una settimana fa ha portato all’arresto di 45 persone legate al clan ndranghetistico dei Iannazzo di lamezia Terme. Proprio partendo da queste indagini si è scoperto come i Iannazzo si fossero legati ai dirigenti della squadra del Neapolis con lo scopo di truccare le partite e favorire la squadra di calcio partenopea. Da queste prime intercettazioni è venuta fuori una rete, estesa a livello internazionale, dedita alle combine sportive.

Alessia Truzzolillo

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