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Quel Pd che soccombe e si piega

Uno spettacolo davvero sgradevole quello che ci sta offrendo il Pd della Provincia di Catanzaro durante lo svolgimento di questa campagna elettorale. Ai limiti della decenza il comportamento di qua…

Pubblicato il: 20/05/2015 – 8:45

Uno spettacolo davvero sgradevole quello che ci sta offrendo il Pd della Provincia di Catanzaro durante lo svolgimento di questa campagna elettorale. Ai limiti della decenza il comportamento di quanti, noncuranti del giudizio ingeneroso del popolo democratico perbene (che è la stragrande maggioranza), si stanno adoperando (non so se inconsapevolmente) per lasciarsi appresso, a elezioni concluse, cumuli di macerie e di rovine difficilmente rimovibili. Si erigono steccati e si innalzano muri in un periodo in cui invece la favorevole congiuntura politica consiglierebbe la costruzione di ponti o di altre strutture di superamento, magari solo per coltivare o assecondare ambiziosi percorsi di carriera, tanto ipotetici quanto smisurati se rapportati alla propria condizione culturale, di esperienze e di competenze. Eppure le elezioni del 31 maggio in provincia di Catanzaro potevano rappresentare un’occasione ghiotta per definitivamente superare le diffidenze e le incomprensioni di una stagione congressuale complicata, difficile già nella fase della sua concezione, delicata nel corso del suo svolgimento e dannatamente infelice durante tutto il successivo percorso organizzativo.
D’altra parte le difficoltà, si sa, creano solo infelicità: solo che quando è collettiva sta a significare che è volutamente ricercata, indefessamente inseguita e colpevolmente corresponsabile. A Catanzaro, purtroppo, comprensibilmente condivisa con quanti, in ragione del loro stato di bisogno, non hanno resistito alla tentazione di mercificare la loro schiena dritta di donne e uomini liberi con il possibile rischio di vedersi coinvolti nella inevitabile gigantesca questione morale che aleggia sull’intero partito, oramai in pieno stato confusionale, anche per il doppio ruolo istituzionale e politico di buona parte della sua classe dirigente e del suo segretario. L’attivismo di Doris Lo Moro, di Alfredo D’Attorre, di Enzo Ciconte, di Tonino Scalzo e di Arturo Bova non ha potuto evitare che lo stato di malessere (causato sempre da quell’infelicità di cui sopra) che sta vivendo il Pd catanzarese producesse uno sbriciolamento generale del suo tessuto organizzativo, di proporzioni così vaste da far immaginare che nessun risultato elettorale, per quanto positivo, lo potrà ricomporre. A Lamezia Terme, a Soverato, a Girifalco, a Davoli, a Sant’Andrea e in tanti altri comuni si sono consumate le più becere lotte intestine mai viste prima: quasi tutte figlie di una manifesta incapacità di governo dei processi per carenza di autorevolezza.
In alcuni casi, si è pensato di sopperirvi con un surplus di autoritarismo. Emblematico poi quanto sta accadendo a Soverato e a Girifalco, laddove si stanno verificando situazioni a dir poco imbarazzanti con le immagini delle partecipazioni di autorevoli esponenti del Pd regionale e provinciale a manifestazioni elettorali di schieramenti localmente contrapposti. A sancire, infine, come il Pd provinciale non abbia una sua impostazione coerente e unitaria ecco il paradossale comportamento del Pd soveratese, che in un comunicato ufficiale ha tacciato il consigliere regionale Bova (udite, udite) di strabismo politico verso destra solamente per aver osato presenziare alla manifestazione di Ernesto Alecci, già primo sindaco PD della Città. In attesa della reazione di Arturo un fraterno consiglio agli “infelici” estensori dello stesso: il significato di destra e sinistra a Soverato non può essere banalizzato con la segnaletica stradale!

 

*Assemblea provinciale del Pd 

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