REGGIO CALABRIA «Per la nostra città l’emergenza immigrazione è diventata del tutto insostenibile». Lo ha detto il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, nel corso di una audizione di fronte alla commissione Affari costituzionali del Senato sulla questione degli sbarchi. «L’anno scorso, in epoca commissariale – ha spiegato – ha ospitato oltre 17mila migranti. Lo ha fatto con lo spirito dell’accoglienza nei confronti di persone che fuggono da fame, violenza e guerra, ma noi non abbiamo nessun tipo di risorsa per fare fronte all’emergenza sbarchi. Utilizziamo le palestre, ma Reggio Calabria purtroppo non è una città nella quale abbondano gli impianti sportivi. Questo ci rende difficile la gestione, perché la cittadinanza si vede sottrarre spazi».
«Nell’ultima ondata – ha proseguito il sindaco – abbiamo avuto in città 700 persone, tra minori non accompagnati, donne e uomini maggiorenni. Abbiamo riaperto perciò i centri sportivi, proprio nel periodo in cui i campionati sono nelle fasi finali. Si tratta – ha specificato – di una palestra in una zona sud della città ad alta densità di popolazione e di un centro sportivo in un’altra zona periferica. Siccome non bastava – ha aggiunto – abbiamo chiesto aiuto all’associazione “Nuova solidarietà”, che è riuscita ad accogliere oltre 300 migranti. Ma queste non sono strutture che rendono facile il controllo. Diversi migranti sono riusciti a scappare nelle campagne e molti si trovano ora in città a mendicare. La cittadinanza sta diventando sempre più insofferente».
«I dipendenti della protezione civile che si stanno occupando dell’emergenza sbarchi, poi – ha detto ancora Falcomatà – giustamente chiedono il pagamento dello straordinario. E noi non abbiamo nessuna possibilità di riconoscere loro il dovuto nei tempi giusti. Dal governo ci dicono che rimborseranno, ma quando, come e in che misura? A oggi per tutto ciò che riguarda la spesa del 2014 non è stato risconosciuto ai Comuni nulla. La spesa per gli straordinari di polizia municipale e personale di protezione civile, a oggi ammonta a qualche centinaia di migliaia di euro, emolumenti – ha concluso – che non sono stati erogati per mancanza di fondi da parte del Comune».
x
x