In un’interrogazione parlamentare, la sempre attenta deputata del Movimento 5 Stelle Danila Nesci li aveva definiti, con mirabile sintesi, «la supercoppia della supercazzola» per le “cazzolate” rifilate ai calabresi circa l’utilizzo dei fondi comunitari. Si trattava dell’assessore regionale Giacomo Mancini e del suo fidatissimo direttore generale Paolo Praticò.
Si pensava che la vittoria del centrosinistra e l’avvento del “traghettatore” Mario Olverio ci avesse liberato dalla “supercazzola”, che i calabresi avevano inteso mandare a casa votando per Oliverio. Invece, riecco al suo posto, fresco e spumeggiante, Paolo Praticò, e chissà che in futuro anche Giacomo Mancini (dovesse servire a Nicola Adamo nella sua marcia a sindaco di Cosenza…) non venga ripescato in nome del “traghettamento”.
Era il 15 aprile del 2014 quando Praticò e Mancini rifilarono ai calabresi la più mirabile delle loro supercazzole. Riportiamo dal comunicato ufficiale di quel dì: «Si è concluso oggi, con la tappa a Cosenza, nella sede di palazzo Arnone, il ciclo di incontri, promossi dall’assessore regionale al bilancio e alla programmazione nazionale e comunitaria Giacomo Mancini, per presentare, su tutto il territorio calabrese, il Documento di orientamento strategico, base cruciale per la definizione, entro la prossima estate, dei Programmi operativi regionali per il periodo di programmazione 2014-2020. Le risorse comunitarie a disposizione della Calabria ammontano 10 miliardi di euro. I contenuti del Dos sono stati illustrati dall’assessore Mancini dal direttore generale del dipartimento programmazione Paolo Praticò. Hanno partecipato all’iniziatica numerosi sindaci e amministratori dei Comuni e della Provincia, associazioni di categoria, rappresentanti dell’università, dei sindacati, e dell’imprenditoria. Un pubblico che ha colto l’invito dell’assessore a sentirsi protagonisti della grande sfida della nuova programmazione. Con la presentazione del Documento è stato avviato un processo di confronto sulle tematiche non solo al partenariato istituzionale e sociale ma anche al territorio e agli operatori economici e sociali che dovranno essere i protagonisti del prossimo rilancio della regione».
Che si trattava di una supercazzola lo dirà proprio Mario Oliverio intervenendo in consiglio regionale il mese scorso per parlare, appunto, dello stato dell’arte nella gestione dei fondi comunitari. Sentiamo Oliverio: «Al 31 ottobre scorso la Calabria era tra le ultime nella spesa dei fondi della Programmazione 2007/2013. I dati, presentati dalla presidenza del Consiglio dei ministri lo scorso 4 novembre 2014, fotografavano questa situazione». Quindi, per ammissione del governatore, il duo Mancini-Praticò aveva prodotto un disastro. E ancora, riferendosi ai fondi Por-Fesr, Oliverio ha chiarito che a quella data la spesa «era giunta ad appena 872,7 milioni di euro, corrispondente al 43,7% del totale (1,998 milioni di euro) che, peraltro, a seguito del Piano di azione e coesione (Pac) del 2011, era stato ridotto di circa un miliardo. Senza questa riprogrammazione, la capacità effettiva di spesa certificata a ottobre sarebbe stata ancora peggiore in percentuale, riducendosi al 29,1%. Anche il Fondo sociale europeo (Fse) presentava, sempre al 31 ottobre, una situazione critica, collocandosi, la Calabria, all’ultimo posto in Italia, con 505,3 milioni di euro spesi, pari al 63,1%. Quindi, a ottobre, cioè a poco più di un anno dalla chiusura dei Programmi, la Regione aveva speso meno della metà delle risorse del Por Fesr e aveva speso meno dei due terzi delle risorse del Por Fse».
Insomma, una bocciatura senza appello per chi aveva gestito i fondi comunitari. Bocciatura accompagnata anche da una previsione per il futuro da far tremare i polsi perché, citiamo sempre Oliverio e lo facciamo testualmente, «per spendere tutte le risorse rimanenti, a partire da ottobre 2014 e per i successivi 14 mesi, la spesa avrebbe dovuto viaggiare ad una velocità dieci volte superiore a quella realizzata fino a quella data».
Benissimo, per fare tutto questo, cioè per migliorare di almeno dieci volte il settore, a chi ci affidiamo? Ma a Paolo Praticò, ovviamente. Eccolo nominato, infatti, direttore generale per i fondi comunitari, identico ruolo ricoperto nella stagione Scopelliti-Mancini.
Di tutto si potrà accusare il “traghettatore” Mario Oliverio, ma non certo di mancare di elasticità. A proposito del “traghettamento”, poi, c’è da dire che nessun rimprovero di incoerenza può essere mosso al governatore. Lui, è vero, ha detto in campagna elettorale che si candidava a essere il “traghettatore”, ma non ha mai specificato chi avrebbe traghettato e su quale rotta. Tuttavia, non vorremmo scoprire che si trattava di traghettare vecchi apparati e stravecchi manager dall’affondante navicella del centrodestra scopellitiano alla più solida, almeno per ora, portacontainer del più scolorito dei centrosinistra mai apparsi sulla scena politica calabrese.
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