CROTONE Il Tribunale di Crotone ha assolto, «perché il fatto non sussiste», il tenente colonnello dei carabinieri Enrico Maria Grazioli, imputato di tentata estorsione con l’aggravante delle modalita’ mafiose. Insieme a Grazioli, oggi in servizio alla Legione carabinieri Lazio ma all’epoca dei fatti comandante del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Catanzaro, sono stati assolti con la stessa formula Nicola Arena, incensurato e nipote dell’omonimo boss della ‘ndrangheta, ed un imprenditore, Danilo Silipo, accusati dello stesso reato contestato a Grazioli.
Assolto anche l’imprenditore Giovanni Lucente, imputato di favoreggiamento. Il pubblico ministero, Domenico Guarascio, aveva chiesto la condanna a cinque anni di reclusione per Grazioli, Arena e Silipo e l’assoluzione per Lucente. La tesi dell’accusa era che Grazioli avesse fatto pressioni su Lucente, attraverso Nicola Arena, per riscuotere un credito vantato nei suoi confronti da Silipo. Tesi che è stata ritenuta infondata dal Tribunale, presieduto da Edoardo D’Ambrosio. «Ho sempre avuto fiducia – ha detto il tenente colonnello Grazioli commentando la sentenza di assoluzione – che la verità prima o poi sarebbe venuta fuori e sono felice di avere fatto riacquistare l’onorabilità all’istituzione che rappresento e anche quella del mio nome».
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