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Asp di Cosenza, la direzione affidata a un sociologo

COSENZA Per fare il direttore amministrativo di un’Asp devi essere laureato in discipline giuridiche o economiche. Non si scappa. Il commissario dell’Azienda provinciale di Cosenza, Gianfranco Fili…

Pubblicato il: 22/05/2015 – 12:10
Asp di Cosenza, la direzione affidata a un sociologo

COSENZA Per fare il direttore amministrativo di un’Asp devi essere laureato in discipline giuridiche o economiche. Non si scappa. Il commissario dell’Azienda provinciale di Cosenza, Gianfranco Filippelli, sembra però aver dimenticato questo principio sancito da precise norme dello Stato (il decreto legislativo 502 del ’92 e provvedimenti successivi, che riordinano la materia sanitaria).
Il direttore amministrativo dell’Asp bruzia, Sergio Diego, sulla parete del suo ufficio espone invece la pergamena relativa alla laurea in Sociologia. È stato nominato lo scorso 13 aprile, ma probabilmente il commissario Filippelli non poteva affidargli quell’incarico.
«Il direttore amministrativo – recita il decreto in questione – è un laureato in discipline giuridiche o economiche che non abbia compiuto il sessantacinquesimo anno di età (Diego ne ha 61, ndr)». Altro requisito è l’aver svolto «per almeno cinque anni una qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa in enti o strutture pubbliche o private di media o grande dimensione». Su quest’ultimo punto, non sembrano esserci problemi, dal momento che il neo da dell’Asp è stato, dal 2001 al 2013, direttore dell’Unità operativa complessa “Affari generali e legali” dell’ex Asl 3 di Rossano.

 

IL NUOVO RUOLO
Il punto è un altro: può Diego svolgere il nuovo ruolo con nel curriculum una laurea in Sociologia? Nell’elenco dei settori disciplinari diffuso dal ministero dell’Università e della ricerca – ratificato da un decreto che risale al 2000 – le materie sociologiche sono classificate all’interno delle Scienze politiche e sociali (Area 14) e non in quelle economiche (Area 13) o giuridiche (12). Quindi, in base alle disposizioni del Miur, Diego non potrebbe stare al vertice dell’Azienda provinciale.

 

LE ALTRE ANOMALIE
Non sarebbe l’unica anomalia circa le ultime nomine nelle Asp e nelle Ao calabresi. Il “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, ad esempio, è attualmente guidato dal commissario (con funzioni di direttore generale) Domenico Pingitore. Che, l’anno scorso, era stato assessore comunale del capoluogo per soli due giorni. Un particolare non ininfluente, perché la “legge Madia” (decreto legislativo 39 del 2013) stabilisce che gli incarichi di direttore generale, direttore sanitario e direttore amministrativo «non possono essere conferiti a coloro che, nei due anni precedenti, abbiano fatto parte della giunta o del consiglio di una provincia, di un comune con popolazione superiore ai 15.000».
Al centro delle polemiche anche la nomina del commissario dell’Asp di Reggio, nominato dal governatore Mario Oliverio. Santo Gioffrè non avrebbe potuto sedere su quella poltrona perché nel 2013 è stato candidato a sindaco di Seminara. E, ancora una volta, la “legge Madia” vieta una simile assegnazione, perché un ex candidato può dirigere un’azienda solo cinque anni dopo le elezioni.
Insospettisce anche il caso di Agostino Talerico che, oltre a essere amico d’infanzia del presidente Oliverio, prima di diventare direttore sanitario dell’Asp di Crotone era a capo di una piccola struttura ambulatoriale che aveva in organico solo un medico e un infermiere. Il decreto 502 dice invece che il ds di un’azienda deve essere un medico che abbia svolto, per almeno cinque anni, «qualificata attività di direzione tecnico-sanitaria in enti o strutture sanitarie, pubbliche o private, di media o grande dimensione».
L’ultima vicenda riguarda il direttore amministrativo dell’ospedale di Reggio, l’ex segretario generale del consiglio regionale Giulio Carpentieri. In pensione da un pezzo e perciò – in base alla legge – “innominabile”. Ma, anche stavolta, non è andata così.

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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