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Rina Pennetti, caso archiviato

COSENZA Il gip del Tribunale di Cosenza, Francesco Branda, ha archiviato il caso di Rina Pennetti, la giovane donna di Spezzano della Sila, di cui non si hanno più notizie dal 6 ottobre del 2009. I…

Pubblicato il: 23/05/2015 – 8:40
Rina Pennetti, caso archiviato

COSENZA Il gip del Tribunale di Cosenza, Francesco Branda, ha archiviato il caso di Rina Pennetti, la giovane donna di Spezzano della Sila, di cui non si hanno più notizie dal 6 ottobre del 2009. Il pubblico ministero della Procura di Cosenza, Donatella Donato, aveva chiesto di archiviare le indagini. La Procura ha riaperto il caso per la terza volta, ma dopo la proroga concessa nei mesi scorsi dal giudice per le indagini preliminari il sostituto procuratore ha chiesto di archiviare il caso perché – da quanto emerso dalle verifiche condotte dai carabinieri di Rende – non ci sono  elementi utili per proseguire. Si tratta di tempi tecnici e iter procedurali che la Procura è tenuta a rispettare. Una richiesta alla quale il legale della famiglia, Pietro Perugini, si è opposto fermamente, spiegando i motivi per i quali era necessario invece proseguire. Il giudice si era preso del tempo per decidere, al termine del quale ha deciso di chiudere il caso non rinvenendo elementi per proseguire. Nel provvedimento di proroga, erano stati indicati gli ambiti nei quali proseguire le ricerche: cioè comparazione dei cadaveri, anche fuori dalla Calabria, e risentire l’unica testimone ritenuta attendibile in base ai possibili avvistamenti della donna. Si tratta di un’infermiera di Paola che avrebbe visto Rina cinque giorni dopo il suo allontanamento. Ma la donna, adesso – a distanza di cinque anni – non ricorda più nulla, considerata anche l’età avanzata. Per quanto riguarda, invece, la comparazione dei cadaveri – annotano i carabinieri – non sono stati trovati corpi “compatibili” con quello della giovane, figlia di un noto imprenditore del Cosentino. 

 

LA SCOMPARSA CINQUE ANNI FA
Il 6 ottobre del 2009, intorno alle 10, Rina Pennetti – all’epoca 34enne – è entrata in un salone di bellezza di Rende per chiedere un’informazione a una parrucchiera e poi sarebbe sparita nel nulla. Fu proprio la parrucchiera a trovare sul marciapiede la borsetta, al cui interno sono stati rinvenuti tutti gli effetti personali: chiavi, documenti d’identità e il telefono cellulare. La parrucchiera che – come riferì poi ai carabinieri, aveva notato la donna in evidente stato confusionale – prese il cellulare e avvisò il padre di Rina, essendo l’ultimo numero presente sul telefonino. A quel punto il padre ha iniziato a cercarla presentando denuncia ai carabinieri di Rende che hanno avviato le ricerche.
Le indagini sono partite sin da subito anche perché il padre ha da sempre sostenuto che la figlia fosse stata portata via da qualcuno. Cinque giorni dopo il suo allontanamento, un’infermiera che conosceva la famiglia, riferì ai carabinieri di averla vista a Paola a una fiera. Secondo lei Rina sembrava tranquilla. La donna è stata sempre ritenuta attendibile dalle forze dell’ordine. La giovane scomparsa soffriva di crisi depressive, in particolare dopo la morte della mamma e la separazione dal marito, con il quale ha avuto due figlie.
L’inchiesta è stata archiviata per ben due volte perché gli inquirenti non hanno mai trovato riscontri agli elementi di indagine e la Procura di Cosenza non ha potuto fare altro che constatare l’esito negativo delle ricerche. Ma circa sei mesi fa, il gip di Cosenza, Branda, ha accolto la richiesta avanzata dal legale della famiglia, l’avvocato Pietro Perugini, che ha chiesto di riaprire le indagini per la terza volta. Il fascicolo è contro ignoti. La Procura ha cercato in questi mesi di verificare qualsiasi elemento che potesse essere utile alle ricerche. Purtroppo, senza risultati. I familiari hanno sempre continuato a sperare e in questi anni hanno lanciato appelli per ritrovare Rina. Diverse le segnalazioni arrivate anche durante la trasmissione “Chi l’ha visto?” – che si è occupata del caso – ma nessuna ha avuto un riscontro positivo.

mi.mo.

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