COSENZA «Essersi fidati dell’Anas da parte del Governo e del presidente della Regione Oliverio è stato pertanto un errore grave, così come lo è stato non avere ascoltato le voci delle istituzioni locali e del sindacato che davano un a valutazione dei fatti completamente diversa. Ciò che sta emergendo su i tempi del ripristino del viadotto Italia lo conferma. Non sarà facile né semplice ripristinare nell’ immediato il viadotto». Sono parole dure quelle che la Cgil riserva alla classe politica calabrese e non solo, accusata di aver sottovalutato i problemi che hanno portato alla chiusura del viadotto Italia. «Le preoccupazioni della Procura e dei suoi tecnici – si legge in una nota del sindacato – hanno sfatato l’illusione dell’Anas, del governo e anche del presidente della Regione che tutto potesse tornare alla normalità nel breve periodo e che bisognasse scontare solo qualche disagio e in tempi veloci». Al contrario, afferma la Cgil «salterà l’estate con gravi danni per le merci, per la mobilità e per il turismo calabrese, come le associazioni imprenditoriali stanno denunciando da tempo, ma quel che più ci preoccupa e che ancora non emerge con certezza da parte dei tecnici riguarda la stabilità del viadotto e la sua sicurezza». Una situazione drammatica che la politica, a detta del sindacato, non ha fatto nulla per risolvere: «Il governo non sa che pesci prendere e il ministro Delrio è impegnato in altre faccende. L’isolamento della Calabria e della Sicilia non sono purtroppo una sua priorità. Oliverio si è fidato delle dichiarazioni dell’ ex presidente Ciucci e ora si trova a registrare una situazione non prevista e di cui in parte porta le responsabilità. In attesa del “mitico” incontro richiesto da Delrio, il presidente della giunta regionale ha il dovere di convocare urgentemente i tecnici, le associazioni imprenditoriali e le parti sociali per fare il punto sulla situazione e vedere quali misure alternative mettere in campo. In assenza di ciò si assume una grave responsabilità politica. Negli ultimi giorni, dopo le visite estemporanee di diversi parlamentari al cantiere e al viadotto, nulla si è mosso e nessuna pressione politica seria è stata fatta sul governo».
È sul piede di guerra la Cgil calabrese, che ricorda «le soluzioni mitigatrici degli effetti negativi vi erano e ci sono, basta sapere ascoltare il territorio e i suggerimenti che vengono dai Comuni e dal Parco del Pollino e chiamare alle proprie responsabilità il governo e il ministro Delrio», promettendo di attivarsi con le istituzioni locali per concordare un programma di iniziative comuni oltre a quelle già previste e annunciate. «I lavoratori edili e i lavoratori calabresi – conclude il sindacato – hanno consapevolezza profonda di ciò che accade e come al solito si impegneranno per risolvere questo grave problema di interesse generale e contrastare il serio abbandono della Calabria e del Sud da parte del governo».
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