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Interventi "fantasma" ai depuratori, chiesto il rinvio a giudizio per 5

PAOLA Manutenzione ordinaria e straordinaria dei depuratori di Paola e Fuscaldo che sarebbero rimasti solo sulla carta. In realtà quegli interventi programmati e finanziati con fondi stanziati con …

Pubblicato il: 25/05/2015 – 9:39
Interventi "fantasma" ai depuratori, chiesto il rinvio a giudizio per 5

PAOLA Manutenzione ordinaria e straordinaria dei depuratori di Paola e Fuscaldo che sarebbero rimasti solo sulla carta. In realtà quegli interventi programmati e finanziati con fondi stanziati con risorse della Regione non furono mai realizzati. Sono le conclusione a cui sono giunti gli uomini del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri che – su specifico mandato della Procura di Paola – hanno rinvenuto di tutti, fuorché miglioramenti, negli impianti delle due cittadine del Tirreno cosentino. Da qui la richiesta formulata dal procuratore capo Bruno Giordano – titolare dell’inchiesta sulla mala depurazione sul Tirreno cosentino – di processare vertici e amministratori della Smeco nonché due funzionari dei due Comuni finiti nel mirino degli inquirenti.

In particolare la Procura di Paola – che da anni ha messo sotto osservazione le strutture di depurazione lungo tutto il Tirreno cosentino – ha chiesto il rinvio a giudizio di 5 persone: Domenico Albanese (ex amministratore unico della Smeco), Raffaele Romeo (l’amministratore che è subentrato allo stesso Albanese nella gestione della società), Rosaria Rita Mazzacuva (liquidatore della stessa società) nonché Agostino Scofano e Giovanni Neve, rispettivamente responsabile del settore Urbanistica e Ambiente del Comune di Fuscaldo e responsabile del settore Tecnico manuntentivo del Comune di Paola. Per gli inquirenti i cinque in concorso tra loro avrebbero messo in piedi una truffa aggravata per il conseguimenti di erogazioni pubbliche. Si tratta di cospicui fondi per un ammontare complessivo di oltre 250mila euro che in più occasioni sarebbero stati erogati dal 2009 al 2012 per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei due impianti senza però essere realmente utilizzati per migliorare la capacità di depurazione delle strutture di Paola e Fuscaldo. Stando a quanto avrebbero accertato gli inquirenti, circa 82mila euro sarebbero stati erogati dalla Regione nell’ambito dell’Accordo di programma quadro “Tutela delle acque e gestione integrata delle risorse idriche” per qualificare l’impianto di Fuscaldo. Nella realtà questa struttura avrebbe continuato a non funzionare a dovere per la mancanza appunto degli interventi programmati.

Stessa sorte avrebbe subìto il depuratore di Paola per il quale le somme stanziate dalla Regione – sempre nell’ambito dello stesso Apq – sarebbero state ancora più cospicue: 168.399,95 euro. Anche qui quegli interventi sarebbero stati fasulli, visto che nel corso delle indagini sarebbe emerso che questa struttura rimaneva fatiscente e alcuni fondamentali passaggi necessari per garantire una corretta depurazione sarebbero stati saltati a piè pari. Da qui il fenomeno – affrontato in un’altra inchiesta e vede in parte gli stessi protagonisti della Smeco e finiti già sotto processo – dell’inquinamento organico delle acque del mare nelle due località della costa tirrenica cosentina.

 

Roberto De Santo
r.desanto@corrierecal.it

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