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"Squarcio", la difesa: nessuna associazione mafiosa

COSENZA Non c’è alcuna associazione mafiosa e i pentiti sono inattendibili. Lo hanno ribadito più volte l’avvocato Filippo Cinnante e altri difensori nel corso delle loro arringhe nell’ambito …

Pubblicato il: 25/05/2015 – 14:21
"Squarcio", la difesa: nessuna associazione mafiosa

COSENZA Non c’è alcuna associazione mafiosa e i pentiti sono inattendibili. Lo hanno ribadito più volte l’avvocato Filippo Cinnante e altri difensori nel corso delle loro arringhe nell’ambito del processo “Squarcio”, che si sta svolgendo nel tribunale bruzio. Il procedimento è scaturito da un’operazione contro i clan del Cosentino scattata nel 2000. Gli imputati, secondo l’accusa, avrebbero gestito il racket delle estorsioni, imponendo il pizzo alle società titolari degli appalti per l’ammodernamento della A3. I reati contestati vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alle estorsioni fino al traffico di sostanze stupefacenti e al tentato omicidio. Secondo l’impianto accusatorio, il pizzo che gli imprenditori dovevano pagare si aggirava intorno al 2-3 per cento del valore dell’appalto, cifre enormi viste l’entità dei lavori che da anni si svolgono sull’autostrada. E a fare da tramite fra le famiglie della ‘ndrangheta e le vittime del racket ci sarebbero stati anche imprenditori collusi.
Il pm della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni, ha chiesto 14 anni di carcere per Walter Gianluca Marsico; 8 anni per Luigi Gagliardi e Luisiano Castiglia per associazione mafiosa e per associazione finalizzata al narcotraffico. Per il reato di associazione finalizzata al narcotraffico la pubblica accusa ha chiesto 24 anni di carcere per Ettore Lanzino; 7 anni per Vincenzo Dedato e 4 anni per Francesco Amodio e Angelo Colosso. Per Dedato, Amodio e Colosso le richieste di condanna comprendono le attenuanti previste per i collaboratori di giustizia. Per alcuni capi di imputazione il pm ha chiesto il ne bis in idem (il non doversi procedere per la seconda volta per lo stesso reato) per Dedato e per Domenico Cicero (compreso il reato di associazione mafiosa). Per Amodio ha chiesto, invece, la prescrizione sempre per alcuni capi di imputazione. Per Bruni i pentiti hanno dato un “contributo importante”.

Il collegio, presieduto dal giudice Enrico Di Dedda, ha aggiornato il processo al prossimo 11 giugno per dare la possibilità all’avvocato Claudia Conidi di depositare alcuni atti. In quella data il Tribunale potrebbe emettere la sentenza. 

Mirella Molinaro

m.molinaro@corrierecal.it

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