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Cardiochirurgia, Reggio ha le carte in regola

REGGIO CALABRIA L’assunto secondo il quale agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria non vi sono i requisiti essenziali per rendere operativa la cardiochirurgia, posta l’autorevolezza della fonte, i…

Pubblicato il: 26/05/2015 – 10:36
Cardiochirurgia, Reggio ha le carte in regola

REGGIO CALABRIA L’assunto secondo il quale agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria non vi sono i requisiti essenziali per rendere operativa la cardiochirurgia, posta l’autorevolezza della fonte, il rettore dell’Università di Catanzaro Aldo Quattrone, spinge a fare qualche verifica sul campo. In verità ci si aspettava la facesse il governatore Mario Oliverio o, quantomeno, i consiglieri regionali eletti nel Reggino (dal capogruppo del Pd Romeo passando per il vicepresidente del consiglio regionale D’Agostino, coinvolgendo i consiglieri Nicolò, Cannizzaro, Irto, Neri e via dicendo) o l’assessore Nino De Gaetano, che qualche prova di esistenza in vita (politicamente parlando) farebbe bene a darla non foss’altro che per le lacerazioni che la sua nomina h portato nel Pd e nella coalizione di maggioranza. Invece niente, silenzio assoluto. Allora tocca al cronista andare a fare qualche verifica e le sorprese non mancano, perché viene fuori non solo la conferma che a Reggio la Cardiochirurgia può aprire i battenti nel giro di un giorno, ma emergono semmai nuove lacune con riferimento alla Cardiochirurgia allocata presso il policlinico universitario di Catanzaro.

Si scopre, ad esempio, che il ministero della Salute non riconosce a quel presidio la possibilità di svolgere “attività di emergenza”. È scritto a chiare lettere nel parere n. 46/2013, relativamente alle aziende ospedaliere che possono far parte della “rete dell’emergenza-urgenza”: «Risulta difficoltoso, da un punto di vista organizzativo, quanto affermato relativamente alla stipula di convenzioni tra l’Aou (Azienda ospedaliera universitaria, ndr) e le altre aziende al fine di partecipare alla rete dell’emergenza urgenza limitatamente all’attività di cardiologia interventistica. L’Azienda può essere inserita nella rete dell’emergenza urgenza solo se in grado di garantire, per quanto di sua competenza, una risposta completa alle esigenze della rete».

Tradotto significa che non avendo mai voluto dotarsi di un posto di Pronto soccorso, l’Azienda universitaria non può pretendere di essere inserita nella rete di emergenza. Questo senza scendere a esplorare le ragioni per le quali l’Azienda Mater Domini rifiuta di dotarsi di pronto soccorso o specialità affini. I maligni insinuano che simili strutture imporrebbero una presenza più costante a molti “professoroni” che, invece, preferiscono restare solo qualche giorno in quel di Germaneto. Ma tant’è: se dal ministero manifestano perplessità sull’attività di cardiologia interventistica, maggiore perplessità susciterebbe la cardiochirurgia.

Esiste, però, un altro e più grave problema alla funzionalità della cardiochirurgia targata Quattrone. A pag. 2 del documento che indica i “requisiti di legge” ed i “Requisiti specifici per l’accreditamento delle strutture cardiochirurgiche” deliberato dalla Regione Calabria troviamo una rigida prescrizione: occorrono almeno 4 posti di terapia intensiva per allestire 14 posti letto di cardiochirurgia. Bene, la cardiochirurgia di Germaneto non ha questi posti ma utilizza quelli comuni della Rianimazione con il risultato che i pazienti cardiochirurgici stanno accanto a pazienti in grado di trasmettere infezioni a tutto spiano (Chirurgia addominale, politraumatizzati, etc.).

Un rischio, questo, altissimo e capace di compromettere la vita dei pazienti. Lo diciamo noi? No, lo ha urlato ai quattro venti, prima di essere immotivatamente “licenziato”, il professore Renzulli, cioè colui che a Catanzaro aveva avviato la cardiochirurgia ma era entrato in rotta di collusione con la politica. Renzulli, riesplorando i casi di sei pazienti che dopo l’intervento contrassero infezioni in sala di Rianimazione proprio per l’assenza di una struttura a loro esclusivamente dedicata, evidenziò, senza essere mai smentito, «i rischi derivanti da infezioni dovute alla mancanza di una terapia intensiva dedicata». 

Ovviamente la Cardiochirurgia di Reggio ha, invece, tutti i requisiti: è allocata in un ospedale hub dotato di Pronto soccorso e specialità deputate al trattamento di tutte le emergenze-urgenze. Ha posti letto di terapia intensiva dedicati esclusivamente all’unità operativa di Cardiochirurgia.

pa. po. 

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