CATANZARO «Negli ultimi tempi si è intensificato l’isolamento forzato della Calabria e del Sud rispetto al resto del Paese. Appaino inequivocabili le grandi difficoltà che si riscontano nel trovare una soluzione per il viadotto Italia, nello specifico il tratto tra Laino Borgo e Mormanno dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Un primo passo in avanti è stata l’autorizzazione, fatta in questi giorni, per la rimozione delle macerie provocate dal crollo della campata avvenuto il 2 marzo scorso. Il rischio reale è quello che la Calabria e, tutte le regioni del Sud, verrebbero estromesse dal contesto nazionale. Così, vista l’imminente stagione estiva, la non apertura del tratto autostradale, sommato all’isolamento imposto al mezzogiorno, favorirà lo spostamento dei flussi turistici ancor più verso altre destinazioni, inoltre, non si garantirà il “normale movimento” delle merci e, tutto ciò si tramuterà in una maggiore inefficienza».
È quanto afferma Mario Valente segretario Gd Calabria, che aggiunge: «È importante un impegno forte da parte delle istituzioni, a partire dal governo nazionale e dall’Anas, per ovviare all’annosa questione. Tale situazione, purtroppo, si somma a scelte avvenute nel recente passato: Calabria, Sicilia e Puglia sono state completamente escluse dall’alta velocità ferroviaria e, inoltre, da tempo, non sono state potenziate e “modernizzate” le tratte ferroviarie che collegano il versante Jonico e Adriatico meridionale. Inoltre, per continuare nell’esclusione del Mezzogiorno, è toccato al famoso “Giro d’Italia”, dove gli organizzatori non hanno previsto nessuna tappa al Sud. Da queste semplici constatazioni, sembra che ci sia una linea immaginaria, una sorta di linea di demarcazione tra l’Italia e l’estremo Sud. Calabria, Sicilia e buona parte della Basilicata, sono divenute in questo scenario, zone da dimenticare ed emarginare sempre di più. Si sommano a tutto ciò ulteriori difficoltà, che si riscontrano sempre nelle regioni meridionali, come ad esempio sul versante ionico calabrese la linea ferroviaria pressoché inesistente, poiché, ancora, viaggiano vecchie “littorine” diesel».
«Sul Tirreno – prosegue – si è quasi più fortunati, se così ci si può definire, dove sono presenti i due treni targati Freccia Bianca e Freccia Argento, tuttavia, è noto che da Napoli a Reggio Calabria ci vogliono circa quattro ore e mezza per arrivare a destinazione, esclusi ritardi. In questa parte del Paese l’alta velocità non esiste affatto. La condizione della rete infrastrutturale nel Sud Italia ha bisogno di una riqualificazione e un impegno forte al fine di “unire” definitivamente il Sud con il resto della Penisola. Da subito, è importante una presa di posizione da parte del governo nazionale e dall’Anas, poiché urge riaprire il viadotto Italia nel tratto calabrese. È fondamentale riprendere il tema dell’alta velocità ferroviaria e investire anche nel Sud e, in particolare in Calabria, da parte di Trenitalia – Gruppo Ferrovie dello Stato. Temi di rilevanza strategica che vedono già un impegno forte da parte della nuova giunta regionale calabrese guidata da Mario Oliverio e, dalle iniziative effettuate dalla deputazione calabrese – conclude – del Partito democratico».
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