REGGIO CALABRIA Attivare in Calabria il salario di ingresso e finanziarlo con le risorse comunitarie. È la proposta lanciata dall’esponente del Pd, Demetrio Naccari Carlizzi e dal docente di Economia alla Mediterranea di Reggio, Domenico Marino. Secondo quanto riportato in una nota, «un reddito di inclusione sociale diretto ai disoccupati o salario d’ingresso (cosa diversa dal reddito di cittadinanza) costerebbe invece in Italia fra gli 8 e i 10 miliardi di euro e potrebbe, a certe condizioni, diventare sostenibile, soprattutto se diluito in più annualità o se legato ad una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali». Per Naccari e Marino, «in Calabria prevedendo 5.000 misure di questo tipo per anno, potremmo nel giro di una tornata di programmazione interessare l’intera platea di coloro che cercano realmente di inserirsi sul mercato del lavoro». «Questa misura – spiegano nella nota – che vale circa 100 milioni di euro l’anno potrebbe essere finanziata impegnando la metà delle risorse della programmazione Fse della Calabria, cosa che porterebbe ad una velocizzazione della spesa, costituirebbe un volano per l’intera economia regionale e sarebbe un esempio di programmazione efficiente dei fondi europei. In questo unico grande progetto, sostitutivo di molti piccoli interventi – concludono Naccari e Marino – si realizzerebbero obiettivi di equità intergenerazionale della spesa pubblica e di sostegno alle imprese e si dovrebbe partire da una legge che renda automatiche le procedure rendendo veramente trasparente e veloce la spesa comunitaria delle regioni».
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